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Il progetto

Ecco la musica della vita che nasce

15 maggio 2019 | 12.26
LETTURA: 8 minuti

L'incontro fra ovulo e spermatozoo diventa una canzone in 12 lingue sull'uguaglianza tra esseri umani (ASCOLTA). Parla l'autore, italiano, scienziato e batterista

(foto di David M. Phillips)
(foto di David M. Phillips)

di Paola Olgiati

"Ogni essere umano è geneticamente uguale al 99,4%, benché diverso. I suoi geni codificano per le stesse proteine che hanno la stessa identica funzione". Una verità scientifica pubblicata su 'Nature' nel 2015 che ora, recitata in 12 lingue, diventa il ritornello di una canzone speciale: la nuova fatica del ricercatore e batterista Paolo Soffientini che, con il progetto 'Prote_IN Music', traduce in note le lettere del Dna. Il suo ultimo spartito si intitola 'Integrin part II-Connection' e mette in musica il momento in cui le integrine, proteine coinvolte in numerosi processi chiave della cellula - sana e malata - mediano il legame tra spermatozoo e ovulo che dà origine all'embrione. La melodia svela il suono di una vita che nasce, le parole portano il messaggio di pace della scienza: "Siamo tutti diversi e tutti uguali. Basta muri, servono ponti" (ASCOLTA).

Un invito che Soffientini rivolgerà al pubblico di 'Cibo a regola d'Arte', evento food promosso dal 'Corriere della Sera', in programma alla Fabbrica del Vapore di Milano dal 16 al 19 maggio. Lo scienziato, ricercatore di proteomica all'Ifom-Istituto Firc di oncologia molecolare del capoluogo lombardo, presenterà il suo nuovo brano il 18 al termine di un talk organizzato all'interno dello spazio 'Orto delle idee'. Invitato non a caso a parlare di alimentazione: l'anno scorso ha debuttato come scrittore con il libro 'Cent'anni da leoni' (Mondadori), un manuale per vivere a lungo e bene, ma adattando i diktat della dieta sana ai ritmi moderni. A 'vite spericolate' come la sua, camice bianco di giorno e spirito rock la notte.

"La parola chiave del mio intervento - anticipa all'AdnKronos Salute - sarà 'Alieno', inteso come apertura a tutto quello che è o sembra diverso da noi e da ciò che conosciamo". Nuovi alimenti, nuove persone, un nuovo Paese, un nuovo lavoro, una nuova vita. "Ho scelto di interpretare l'integrina - racconta Soffientini - proprio perché nelle cellule funziona come una specie di mediatrice culturale. E sulle note del processo biologico attraverso il quale permette la fecondazione, ho pensato di metterci la voce di 12 colleghi provenienti da tutto il mondo, giovani ricercatori, compagni di lavoro e di sogni, che lanciano un messaggio di integrazione e di uguaglianza nei loro idiomi d'origine. Italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo, greco, serbo, albanese e 4 lingue indiane: Marathi, Malayalam, Kannada e Tamil".

"Io alle percussioni, Gianluca Villa e Paolo Perego alle chitarre, Dario Giordano al basso". Soffientini ci tiene a citare tutti gli amici che saliranno sul palco insieme a lui: "Questa volta - dice - ho aggiunto anche il tongue drum, un nuovo strumento armonico, percussivo ma in grado di produrre note. Accompagneremo il live con una parte visual per la quale ringrazio Cinzia Villa e Andrea Sartori. La frase sull'uguaglianza genetica degli uomini scorrerà sullo schermo scritta in tutte le 12 lingue, mentre la grafica mostrerà il ruolo dell'integrina nel miracolo della vita".

Che cos'è, quindi, e che cosa fa questa proteina? "Per cominciare non è una sola", risponde lo scienziato. "Le integrine sono una famiglia". Biochimicamente si tratta di "eterodimeri formati da una subunità alfa e da una subunità beta che possono essere diverse (sono note 18 subunità alfa e 8 beta) e dar vita a combinazioni differenti". Per funzione sono "proteine di adesione", così dette perché "hanno il compito di connettere l'ambiente esterno alla cellula (matrice extracellulare) con la rete di strutture interne (citoscheletro intracellulare). Per questo mediano processi cellulari importanti come l'adesione, la proliferazione, la differenziazione, l'apoptosi" o morte programmata e, "se funzionano male, sono coinvolte in processi patologici come il cancro o malattie dermatologiche, renali, cardiache, del sangue e del sistema muscolo-scheletrico".

In una delle sue due vite, quella al bancone di laboratorio, Soffientini studia le integrine per le implicazioni che hanno in alcuni tumori solidi, sia nel processo di proliferazione cellulare incontrollata da cui un cancro ha inizio, sia nei meccanismi che lo portano a crescere, auto-alimentarsi e invadere altri tessuti formando metastasi. Ma nell'altra vita, quella fra piatti e tamburi, il ricercatore si è voluto concentrare sulla faccia buona delle integrine. "Per esempio - spiega - sono cruciali nelle difese immunitarie, perché permettono ai globuli bianchi che 'rotolano' lungo le autostrade vorticose del sangue di ancorarsi alle pareti dei vasi e di attraversarle per entrare nei tessuti" dove c'è bisogno di loro. Ma dipende dalle integrine anche il successo dell'incontro spermatozoo-ovulo. "In questo caso l'integrina esposta sulla cellula uovo 'aggancia' le proteine della famiglia Adam presenti sullo spermatozoo". E' la scintilla di una nuova vita, quella che lo scienziato-musicista ha trasformato in canzone.

Il passaggio da Dna a musica è possibile grazie a un'idea del docente australiano Mark Temple, perfezionata da Soffientini: i geni sono una sequenza di 'lettere' chiamate basi azotate; a ogni base viene associata una nota e così ogni gene, con la sua proteina, diventa un suono. E siccome ogni processo biologico è fatto da più proteine, suonandole insieme si ottiene un brano.

"In Integrin part II - precisa l'autore - suoniamo due subunità dell'integrina dell'ovocita (alfa 6 e beta 1), una proteina Adam dello spermatozoo e una proteina accessoria (Cd9). Poi mi sono detto: ma se l'integrina ha la stessa funzione in ogni uomo come ce l'hanno tutte le proteine, e se l'integrina crea network e annulla distanze, perché l'organismo di cui fa parte, cioè l'uomo, non getta ponti invece di alzare muri? E' così che ho pensato di unire alla musica le parole: siamo geneticamente diversi solo per lo 0,6%, relativo a singole lettere di Dna, che non cambiano la funzione di geni e proteine".

Il consorzio internazionale giunto a questa conclusione ha studiato 2.504 genomi in 26 popolazioni di tutto il pianeta. I dati che emergono, "consultabili gratuitamente da chiunque", forniscono notizie preziose sul repertorio di mutazioni che a livello globale sono legate a svariate malattie. E "scardinano il concetto di razza sul quale tengo anche a fare una puntualizzazione quando riferito per esempio ad Albert Einstein. Gli viene attribuita la frase 'io appartengo all'unica razza che conosco, quella umana'. Ma al di là del fatto che si tratta di un'attribuzione errata, almeno nei termini che spesso leggiamo sui social, io credo - riflette Soffientini - che non occorra essere dei geni per capire che parlare di razza non ha più senso. Dovremmo riuscirci tutti, e da soli".

"Nella mia attività divulgativa - prosegue lo scienziato - vorrei fare la mia parte contro le fake news", come pure per l'ambiente e la prevenzione: "'Degradation' sul metabolismo delle proteine, un altro dei 5 brani composti finora per Prote_IN Music, rimanda al concetto di riciclo. Mentre a 'Repair', sui meccanismi di autoriparazione di Dna, si lega l'idea che agli errori negli stili di vita l'organismo può porre rimedio a patto di non esagerare".

Oltre a Integrin parte 2, Degradation e Repair, nell''album' di canzoni del Dna ci sono già anche 'Happiness' che suona la cascata biochimica innescata dall'ormone della felicità dopamina, e 'Transcription' sulla traduzione del Dna in Rna che prelude alla sintesi delle proteine. Brano, quest'ultimo, in cui il ricercatore ha inserito "anche una tromba in omaggio a Miles Davis che invitava a 'suonare quello che non c'è'. Nel mio caso a divulgare la scienza in modi nuovi".

Il progetto avanza e altre tracce sono in cantiere: di Integrin è già pronta la parte 1, "ma esco prima con la 2 come i Pink Floyd - sorride Soffientini - Ho voluto fare un tributo a 'The Wall'", opera icona per ragazzi degli anni '70 come lo scienziato Ifom. "Era divisa in tre parti - ricorda - però era la seconda, come ora per la mia serie Integrin, a lanciare il messaggio più forte. Quello sull'educazione contro l'imposizione di pensiero che eleva muri. Barriere che vanno distrutte".

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