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Ricostruito il volto di un nostro misterioso progenitore

19 settembre 2019 | 19.09
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Il ritratto di una giovane Denisovana/ Maayan Harel - Maayan Harel
Il ritratto di una giovane Denisovana/ Maayan Harel - Maayan Harel

Nessuno ci aveva messo gli occhi sopra per decine di migliaia di anni. Ora un gruppo di scienziati è riuscito a dare un volto e un corpo all'Homo di Denisova, utilizzando preziose informazioni genetiche. Di questi misteriosi ominidi, infatti, finora erano arrivate a noi solo poche ossa, a differenza dei loro parenti stretti, i Neanderthal. Tutti i resti confermati di Homo di Denisova - parte di un mignolo, mezza mascella, alcuni denti - potrebbero riposare comodamente in una scatola da scarpe. Nonostante ciò però, questo elusivo ominide ha lasciato un segno indelebile sull'evoluzione della nostra stessa specie.

I Denisovani si separarono dai nostri antenati circa 700.000 anni fa, ma centinaia di migliaia di anni dopo, si accoppiarono: così il loro Dna esiste ancora oggi nelle popolazioni umane. Un team di studiosi, tra Israele e Spagna, senza uno scheletro su cui lavorare, ha ricreato l'anatomia dell'Homo di Denisova a partire da resti di Dna. Gli scienziati, guidati dai genetisti David Gokhman e Liran Carmel, hanno stimato gli attributi fisici dell'ominide in base ai geni.

Il risultato, descritto su 'Cell', è uno scheletro caratterizzato da una grande gabbia toracica, fronte bassa e bacino largo. Il teschio è più largo di quello di un moderno essere umano, come se fosse delicatamente allungato all'altezza degli zigomi.

L'illustratrice scientifica Maayan Harel, lavorando con gli scienziati, ha usato le informazioni per scolpire una testa femminile di Denisovano e dipingere un volto. "Ci sono molte informazioni nella metilazione del Dna", ha spiegato Carmel: il suo team ha identificato 56 tratti ben al di fuori della gamma degli esseri umani moderni o dei Neanderthal. Trentaquattro di questi tratti descrivono caratteristiche anatomiche del cranio.

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