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Salute: la neurologa, 'emicrania malattia invalidante ma sottovalutata'

14 ottobre 2019 | 19.23
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'Oggi farmaci efficaci anche per chi aveva gettato la spugna'

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Una malattia cronica che influisce negativamente sulla vita delle persone. Crea isolamento, non permette la costanza al lavoro e in alcuni casi relega la persona a casa, al buio. "L'emicrania è caratterizzata da attacchi - spiega la professoressa Cristina Tassorelli, professore ordinario di Neurologia dell'Università di Pavia e direttore Headache Science Center della Fondazione Mondino Irccs Neurologico di Pavia - che in alcuni pazienti possono essere presenti anche tutti i giorni, per tutto l'anno. In questo caso è molto disabilitante perché il paziente oltre al mal di testa può avere altri sintomi: vomito, fastidio per la luce, per i rumori, c'è chi finisce anche al pronto soccorso". Con un malessere da 4 fino a 72 ore. Un supplizio. E le ripercussioni sulla vita lavorativa, sociale sono enormi, dice l'esperta da Bologna, al Congresso della Società italiana di neurologia (Sin). Eppure si tratta di una malattia molto sottovalutata.

"Credo che il motivo - continua - sia che gli attacchi sono sì debilitanti, ma sporadici. Quindi si può presentare e durare anche diversi giorni, ma ci sono momenti in cui l'emicrania passa, quindi poi il soggetto che si trovava devastato a letto, il giorno dopo sta bene e può tornare ad una vita normale. E questo ha giocato a sfavore dell'emicrania. Si tratta di una malattia nascosta, perché in effetti quando il paziente sta male non lo si vede. Se ne sta a casa da solo al buio".

Dal punto di vista farmacologico, esistevano terapie che riducevano i giorni di sofferenza e i sintomi, ma non erano specifiche per l'emicrania. Farmaci per l'ipertensione, per l'epilessia che quasi per caso si era scoperto funzionavano anche per l'emicrania.

"Da qualche mese abbiamo invece farmaci" come erenumab "che sono il frutto di 30 anni di ricerca, studiati proprio per l'emicrania. Un passo in avanti - secondo Tassorelli - e possono dare beneficio anche a quei pazienti che con altri farmaci non riuscivano a migliorare. Vorrei lanciare un messaggio di speranza - conclude - anche a chi aveva gettato la spugna, a quelle emicranie refrattarie o a chi sta usando anche altri farmaci per altre patologie. Ci sono farmaci molto efficaci e ben tollerati che possono funzionare".

Una testimonianza arriva direttamente da chi l'emicrania l'ha vissuta nella sua forma più acuta, ed ora è in terapia seguita da una centro specializzato. Francesca Bonvicini aveva dai 23 ai 28 attacchi al mese, giorno e notte. Da quando aveva 7 anni (oggi ne ha 51) l'emicrania è stata una sgradita compagna di viaggio. Una presenza costante sul lavoro, durante il tempo libero, a casa, in vacanza. "Condiziona tutto - dice - poiché uno dopo non ha più energie per fare altro. Non si può fare sport, non si può avere una vita sociale, non puoi organizzarti una vacanza".

Difficile rapportarsi con le persone che pensano che l'emicrania passi con una pillola. Difficile non sentirsi a disagio con chi crede che il mal di testa sia una cosa da poco, che alla fine colpisce tutti, una scusa insomma. In pochi hanno capito davvero questo problema. Grazie al marito, Francesca, ne è uscita. "Lui non si è dato per vinto, come invece avevo già fatto io. Ha letto di una nuova cura su una rivista e mi ha convinta a provare questa terapia. E ora è cambiato tutto. Ho lunghi periodi, 8-10 giorni, sono arrivata anche 15 giorni consecutivi, senza avere mal di testa. A volte li conto e mi sorprendo, anche se mio marito non vuole per scaramanzia. E' un po' riappropriarsi di una vita che in fondo non avevo mai vissuto. Posso programmare il mio tempo libero, programmare una vacanza, è una vera gioia".

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