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Covid, studio rivela velocità trasmissione sui treni

31 luglio 2020 | 17.47
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La ricerca condotta da scienziati dell'Università di Southampton ha esaminato le possibilità di contrarre il coronavirus in una carrozza ferroviaria con a bordo una persona infetta. Ricciardi: "Sbagliato eliminare il distanziamento sui treni"

Immagine d'archivio (Afp)
Immagine d'archivio (Afp)

Tempo di vacanze e spostamenti. Ma quale sarà il mezzo di trasporto più sicuro? Uno studio condotto da scienziati dell'Università di Southampton ha esaminato le possibilità di contrarre Covid-19 in una carrozza ferroviaria con a bordo una persona infetta. Sulla base delle tratte ad alta velocità in Cina, i ricercatori hanno scoperto che nel caso dei passeggeri dei treni seduti entro tre file (in larghezza) e cinque colonne (in lunghezza) da una persona infetta (paziente indice), tra lo zero e il 10% (10,3) ha contratto la malattia. Il tasso medio di trasmissione per questi viaggiatori "a stretto contatto" era dello 0,32%. Ebbene, per i ricercatori i risultati evidenziano l'importanza del distanziamento anche a bordo (pari ad almeno un metro per un'ora di viaggio), ma anche dell'uso delle mascherine e del controllo della temperatura prima di salire in carrozza.

Ricciardi: "Sbagliato eliminare il distanziamento sui treni"

Lo studio, pubblicato su 'Clinical Infectious Diseases' in collaborazione con l'Accademia cinese delle scienze, la China Academy of Electronics and Information Technology e il Chinese Centre for Disease Control and Prevention, ha anche mostrato che i passeggeri che viaggiano in posti direttamente adiacenti a un paziente indice hanno il più alto livello di trasmissione, con una media del 3,5% di contrarre la malattia. Per quelli seduti sulla stessa fila, il dato è dell'1,5%.

Inoltre per i ricercatori il rischio aumenta per ogni ora di permanenza. È interessante notare che gli studiosi hanno scoperto che solo lo 0,075% delle persone che utilizzavano un posto precedentemente occupato da un paziente indice ha contratto la malattia. Il team ha realizzato un modello che tiene conto dei dati relativi a un periodo compreso tra il 19 dicembre 2019 e il 6 marzo 2020, su 2.334 pazienti indice e 72.093 contatti stretti. I tempi di viaggio variavano da meno di un'ora a otto ore.

"Il nostro studio - commenta Shengjie Lai - mostra che sebbene vi sia un rischio aumentato di trasmissione Covid-19 sui treni, la posizione del sedile di una persona e la durata del viaggio vicino ad una persona infetta possono fare una grande differenza. I risultati suggeriscono che durante l'epidemia di Covid-19 è importante ridurre la densità dei passeggeri e promuovere misure di igiene personale, l'uso di mascherine e possibilmente effettuare controlli di temperatura prima di salire a bordo". I ricercatori concludono che, sulla base dei risultati ottenuti, è necessaria una distanza sociale sicura di oltre un metro per un'ora di viaggio insieme. Dopo due ore di contatto, un distanziamento inferiore a 2,5 metri potrebbe essere insufficiente per impedire la trasmissione.

Secondo il direttore dell'organizzazione WorldPop, Andy Tatem, "la nostra ricerca dimostra che il rischio di trasmissione non riguarda solo la distanza da una persona infetta, ma anche il tempo passato in sua presenza. Speriamo che possa essere utile per le autorità alle prese a livello globale con le misure necessarie per proteggersi dal virus e ridurne la sua diffusione".

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