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Occhi a rischio per 40% diabetici, al via la campagna

09 aprile 2014 | 18.42
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Occhi a rischio per 40% diabetici, al via la campagna

(Adnkronos Salute) - Sangue dolce, occhi a rischio. Sono almeno 3 milioni gli italiani malati di diabete, e circa 4 su 10 soffrono anche di una forma di una retinopatia che può aggravarsi fino alla perdita della vista. Per sensibilizzare pazienti e familiari nasce la campagna 'Occhio al diabete' promossa da Diabete Italia, presentata oggi a Milano. Tra le iniziative il sito www.Occhioaldiabete.it, dedicato alle complicanze oculari del diabete con consigli su come evitarle e contrastarle, e il libretto 'Detto da noi', con le linee guida per la prevenzione e la diagnosi precoce. Sono inoltre disponibili locandine e materiale informativo per i centri di diabetologia. "Prendere coscienza dei possibili rischi che il diabete può generare alla vista è fondamentale in termini di prevenzione", afferma Salvatore Caputo, presidente Diabete Italia. La retinopatia diabetica - ricordano gli esperti - è la prima causa di cecità legale nei Paesi industrializzati tra le persone in età lavorativa. Spesso può evolvere in edema maculare diabetico, la causa più comune di perdita della funzione visiva. L'80-90% dei pazienti con diabete di tipo 1 sviluppa almeno una forma di retinopatia. Di questi, il 30-40% può sviluppare la forma proliferante, che può danneggiare non solo la retina ma tutto l'occhio. Nei pazienti con diabete di tipo 2, benché la prevalenza della retinopatia sia più bassa (30-40%), le complicanze retiniche sono più gravi perché si sviluppa principalmente edema maculare. "La retinopatia diabetica iniziale è caratterizzata dalla fuoriuscita di sangue e liquidi dai capillari danneggiati - spiega Paolo Lanzetta, direttore scientifico dell'Istituto europeo di microchirurgia oculare di Udine, dove è professore associato all'università - In questa fase il paziente può non accorgersi di nulla fino a che non venga colpita la parte centrale della retina, utilizzata per la visione distinta". Ma "in ogni fase della retinopatia può comparire un edema maculare", che "se non trattato porta a danni permanenti. Ecco perché è vitale effettuare uno screening periodico per osservare il fondo dell'occhio e verificare se sia presente una retinopatia diabetica per la quale intervenire con una terapia adeguata". Due sono i fattori che più influiscono sulla manifestazione della retinopatia diabetica: il tempo trascorso dall'insorgenza del diabete (quanto più a lungo si soffre di diabete, tanto più alta è la probabilità di complicanze retiniche) e lo scarso controllo della glicemia e della pressione. "Fondamentale è cercare di far mantenere al paziente valori il più vicini possibile a quelli normali - raccomanda Massimo Porta, direttore della I Medicina interna alla Ao Città della Salute di Torino, direttore del Centro di retinopatia diabetica e professore ordinario all'università del capoluogo piemontese - con obiettivi di mantenimento fissati sotto 53 mmol/mol (7% con le vecchie unità di misura) per l'emoglobina glicata e 130/80 mmHg per la pressione arteriosa". Le evidenze scientifiche internazionali indicano che, in assenza di retinopatia, lo screening può essere ripetuto ogni 2 anni. In caso di retinopatia lieve o moderata, invece, è necessario sottoporsi a monitoraggio annuale o semestrale a seconda della gravità, anche per un trattamento più appropriato. "L'esame del fondo oculare, insieme alla fluorangiografia e alla Oct (Optical Coherence Tomography) - precisa Lanzetta - permettono di monitorare con precisione le alterazioni retiniche e quindi di giungere a una precisa classificazione e trattamento precoce della retinopatia diabetica con un conseguente contenimento dei costi correlati, sia sanitari che sociali". Conclude Caputo: "La gestione integrata della persona con diabete è una condizione fondamentale per tradurre i progressi clinici e farmacologici in una reale prevenzione delle complicanze. Inserire le persone con diabete in un percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale condiviso è un obiettivo che oggi sia i diabetologi che gli oculisti stanno cercando di implementare".

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