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Salute: alleanza primari per garantire cure denti e bocca in ospedale

05 maggio 2014 | 19.24
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Roma, 5 mag. (Adnkronos Salute) - "Molte persone oggi, anche con patologie importanti, non vanno in ospedale a chiedere cure del cavo orale perchè sanno che dovranno pagarle di tasca propria. Occorre garantire invece il trattamento nel Ssn, in particolare alle persone con patologie importanti, e per farlo basta mettere a regime l'esistente". Ne è convinto Francesco Riva, primario chirurgia Odontostomatologica Ospedale Eastman di Roma, che illustra all'Adnkronos Salute i temi dell'incontro organizzato da Anpo e dal Collegio italiano primari ospedalieri di Odontoiatria, Odontostomatologia e Chirurgia Maxillo-Facciale, in programma domani alle ore 15.00 all'Auditorium del ministero della Salute.

'Malattie del cavo orale: un patto per la salute – Ottimizzazione nel Ssn' è il tema dell'incontro "che vuole contribuire in modo concreto al nuovo Patto della Salute. Noi primari abbiamo una proposta: unificare la risposta per la risoluzione delle malattie del cavo orale sia nell’aspetto della prevenzione, che in quello clinico-terapeutico. I primari ospedalieri e i responsabili dei Servizi, insieme a tutti gli operatori, sono a disposizione per dare una risposta ai cittadini". Secondo Riva "è importante anche formare gli odontoiatri pubblici su determinati tipi di intervento, come quelli sui pazienti in cura con anti-coagulanti. Ma è fondamentale che le esperienze positive di questi anni siano messe a regime, e che l'offerta non dipenda più dalla buona volontà e dalla sensibilità dei singoli reparti". Per Riva l'errore è stato "mettere il dente al centro: non si è guardato al paziente ma alla singola parte, così molte patologie odontoiatriche non sono coperte dai Lea. Ebbene, penso sia importante garantire cure dentali in ospedale a pazienti emofilici o con altre patologie".

Ma servono linee guida per attuare questa 'rivoluzione'. Indicazioni chiare, per le quali i primari si rivolgono a ministero della Salute e alle Regioni, e puntano a un Patto della Salute che tenga conto anche di queste problematiche.

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