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Sanita' Lombardia: Blocco Nord Niguarda Milano, tutto pronto entro giugno (2)

12 febbraio 2014 | 15.57
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(Adnkronos Salute) - Oggi il Niguarda arriva ad avere 560 mila metri cubi in più rispetto ai circa 1,1 mln già esistenti, ed escludendo il polo logistico e il polo tecnologico la volumetria dell'ospedale aumenta di circa il 50%. Il Niguarda è "un paese - spiega Trivelli - in cui ogni giorno si viaggia al ritmo di 1.300 ricoverati, 3.300 pazienti ambulatoriali e 5 mila visitatori", che varcano i cancelli della struttura insieme ai 4.116 dipendenti. Per la costruzione del Blocco Nord sono state utilizzate 3.458 tonnellate di acciaio per cemento armato e 51.540 metri cubi di calcestruzzo. Anche i colori sono stati studiati per "comunicare serenità e accoglienza" ai pazienti, si legge nella presentazione. Il Blocco Nord ha la sua 'Main Street', la galleria di ingresso principale dotata di 4 accessi, e una novità sono gli impianti di sollevamento malati (con motori elettrici a soffitto) che serviranno 80 letti.

Le stanze di degenza sono predisposte per un sistema di informatica distribuita. Il polo tecnologico garantisce l'autonomia energetica all'ospedale "che comincia a cedere energia elettrica alla Rete per oltre un milione", continua Trivelli. L'opera è stata realizzata sull'asse pubblico-privato con il project financing. "Sono stati rispettati i tempi - spiega il presidente della società di progetto Progeni (il partner privato) e consigliere delegato della Cmb, Aldo Tognetti - e Progeni ha investito 120 milioni nell'opera. Si può discutere della validità di strumenti come la concessione (prevista fino al 2033, ndr) e il project financing, ma io credo che si sia rivelata una strategia positiva perché ha alleggerito gli investimenti pubblici, ha indotto i costruttori edili a realizzare un progetto ai costi più bassi per mantenerlo a lungo nel tempo e ha indotto l'amministrazione pubblica a uscire dal torpore e a diventare soggetto propositivo". Alla presentazione del Blocco Nord ha assistito anche l'ex Dg dell'ospedale Pasquale Cannatelli che ha guidato l'ospedale nella fase di 'restyling'.

"Abbiamo deciso di investire nel Niguarda perché è una struttura di eccellenza. Si comincia nel 2005, quando sono stati messi a disposizione del Niguarda oltre 385 milioni, e nel 2013 è stato deciso un altro contributo per completarlo", ricorda Maroni. Mentre Mantovani torna al Niguarda dopo la visita di domenica scorsa al Pronto soccorso: "Ho trovato 51 pazienti in trattamento e una situazione dignitosa. Anche se le lunghe code di barelle hanno un effetto giornalistico non esaltante. E forse la riforma della sanità lombarda in cantiere deve partire proprio dai pronto soccorso. Il Ssr è in movimento, c'è una volontà di ricostruzione e di ripresa che non si può fermare per difficoltà burocratiche. Il Niguarda è un centro che potrà dire la sua fra le aziende ospedaliere che abbiamo a Milano e che sono troppe. Forse dobbiamo ridurne il numero e dare centralità ad alcune", conclude.

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