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Funziona 'allenamento cervello' per combattere Alzheimer

09 maggio 2014 | 19.06
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Funziona 'allenamento cervello' per combattere Alzheimer

(Adnkronos Salute) - Un allenamento per il cervello, che coinvolge anche il corpo, pensato per contrastare il 'tarlo della memoria'. Il progetto 'Train the Brain', nato da un'idea di Lamberto Maffei dell'Istituto di neuroscienze del Cnr di Pisa e presidente dell'Accademia dei Lincei, si basa proprio sull'allenamento delle funzionalità cerebrali di pazienti anziani a rischio di sviluppare demenza - e già affetti da lieve deficit cognitivo - attraverso attività fisiche, intellettuali, musicali e ludiche. Ebbene, i primi risultati di questo approccio senza farmaci, che saranno presentati lunedì prossimo, alle 10.00, presso l’Auditorium dell’Area della ricerca Cnr di Pisa, sono "incoraggianti". "L'80% dei pazienti che hanno partecipato mostrano un significativo miglioramento cognitivo; del restante 20% la stragrande maggioranza è stabile e solo due sono peggiorati. I soggetti di controllo presentano invece, nello stesso arco di tempo, un peggioramento rilevante", spiega Maffei. La malattia di Alzheimer è una demenza progressiva che impoverisce cognitivamente chi ne è colpito, privandolo anche della memoria di sé. Questa patologia colpisce oggi circa più di 40 milioni di persone nel mondo; la sua prevalenza cresce inesorabilmente con l’età. E l'Italia è particolarmente interessata, avendo una delle popolazioni più vecchie al mondo assieme con il Giappone e la Corea. Il costo di un singolo malato supera i 50 mila euro l’anno tra costi diretti (farmaci, analisi, risonanze, ricoveri e assistenza) e indiretti (familiari e malati costretti a lasciare il lavoro). Essendo a tutt’oggi ancora priva di trattamenti efficaci, si moltiplicano gli studi per trovare strategie efficaci per prevenirne e contenerne il decorso. Train the Brain è un progetto innovativo di intervento pensato per i pazienti con lieve deficit cognitivo che potrebbe evolvere in malattia di Alzheimer, e realizzato grazie al finanziamento della Fondazione Pisa. Viene condotto presso l'Area della ricerca del Consiglio nazionale delle ricerche della città toscana. Del progetto, che si conclude ad agosto 2014, vengono presentati ora i primi risultati. La realizzazione ha visto impegnati l'Istituto di neuroscienze del Cnr, l'Istituto di fisiologia cinica del Cnr, la Neurologia e neuroriabilitazione dell'Aoupi, l'Irccs Stella Maris, la Medicina di laboratorio dell'Università, il Gruppo di studio di Neuroimaging funzionale dell'Università. Gli anziani, reclutati con la cooperazione dei medici di medicina generale, hanno partecipato per sette mesi, divisi in piccoli gruppi, ad attività volte a stimolare i diversi domini cognitivi, ad attività di musicoterapia, ad attività di esercizio fisico. Le attività si sono svolte tre mattine a settimana, nell’Area di ricerca del Cnr, in una struttura appositamente costruita. "I trattamenti praticati - prosegue Maffei - hanno fatto registrare nei pazienti anche variazioni della funzionalità cerebrale e vascolare, tra cui un aumento dell'afflusso sanguigno nel cervello e una miglior risposta cerebrale a compiti impegnativi. I familiari riferiscono un importante aumento del coinvolgimento dei pazienti nella vita familiare e nelle attività quotidiane e i pazienti stessi esprimono gradimento per l’intervento. Al punto che molti di loro, al termine del primo ciclo di trattamenti chiedono di poter tornare per un ciclo successivo". Maffei nel suo laboratorio ha prodotto evidenze sperimentali definitive sull’effetto benefico del cosiddetto arricchimento ambientale sul cervello e ha progettato il ponte traslazionale del progetto verso la clinica. La ricerca recente ha infatti mostrato che il cervello dell’anziano sano, ma anche quello nelle fasi iniziali di malattia, mantiene una certa plasticità e alcune capacità di recupero e riadattamento. Questo rimodellamento, spiegano i ricercatori, può essere facilitato da un esercizio fisico regolare, dal tenere la mente attiva, dal mantenere rapporti sociali.

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