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Toscana: Pisa, al Santa Chiara percorso ad hoc per 'labbro leporino'

21 febbraio 2014 | 17.32
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Pisa, 21 feb. (Adnkronos Salute) - Si inaugura oggi all'ospedale Santa Chiara di Pisa il percorso assistenziale per la labiopalatoschisi, comunemente nota come 'labbro leporino'. Prevede che un team di specialisti, coordinati da Gian Luca Gatti, dirigente medico dell'Unità operativa di Chirurgia plastica, coadiuvato da Alessandro Giacomina, chirurgo plastico, si occupino dei piccoli pazienti colpiti da questa malformazione con un approccio multidisciplinare integrato, insieme a tutte le figure professionali richieste, per gestire in maniera ottimale tutte le fasi: dalla diagnosi alla cura, fino alla riabilitazione.

La labiopalatoschisi - ricorda in una nota l'azienda ospedaliero-universitaria pisana - è una delle malformazioni congenite più frequenti (l'incidenza in Italia è di 1 bambino ogni 800 nati) che interessa singolarmente o congiuntamente il labbro superiore e/o il palato e/o il mascellare del neonato e si manifesta con una 'schisi', una fessura tra due parti che, nella vita intrauterina, non si sono unite. Il trattamento primario è chirurgico e prevede a 2,5-3 mesi la cheilorinoplastica associata alla periostioplastica di Massei (dal nome del primario dell'Unità operativa di Chirurgia plastica dell'Aoup fino al 2008). Quest'ultima consente infatti la neoproduzione spontanea di osso nella sede della schisi mascellare. All'età di 6 mesi viene poi effettuata la palatoplastica, con chiusura completa di tutto il palato (sia duro sia molle).

In seguito intervengono le altre figure del percorso: ortodontista-riabilitatore miofunzionale stomatognatico (Luciano Poli), ortodontista esperta in labiopalatoschisi (Sara Bigagli), logopedista (Renata Salvadorini), pediatra (Margherita Nardi) e neonatologo (Paolo Ghirri), otorinolaringoiatra (Francesca Forli), psicologo (Ciro Conversano). Inoltre la consulenza anestesiologica (Beate Kuppers), genetica (Benedetta Toschi) e la diagnosi ecografica prenatale (Francesca Strigini) completano le prestazioni specialistiche offerte alle famiglie anche prima della nascita dei piccoli pazienti. Negli ultimi 5 anni sono stati effettuati oltre 800 interventi per questa patologia, 252 solo nel 2013. Il raggiungimento di tale traguardo - sottolinea la nota - è stato possibile non solo grazie alla disponibilità di tutte le figure professionali in causa e alla volontà dell'Aoup ma anche grazie alla forza e all'impegno dell'Aismel, associazione di genitori di pazienti affetti da labiopalatoschisi.

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