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Defibrillatore 'antidoto' a 50 mila morti improvvise l'anno in Italia

12 maggio 2014 | 15.19
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Defibrillatore 'antidoto' a 50 mila morti improvvise l'anno in Italia

Roma, 12 mag. (Adnkronos Salute) - Il caso di Eataly all'Ostiense, dove domenica scorsa un dipendente colto da malore non ce l'ha fatta, "è solo uno dei 50 mila episodi simili che si verificano ogni anno in Italia. Morti improvvise che nel 40% dei casi si potrebbero evitare, grazie alla presenza di un defibrillatore semiautomatico e di personale addestrato a intervenire, in attesa del 118". Non ha dubbi Maurizio Santomauro, presidente del Giac (Gruppo emergenze cardiologiche italiano), nell'indicare all'Adnkronos Salute l'antidoto a tante morti improvvise. "E' come se in Italia ogni anno un paese sparisse dalla cartina per colpa di un malore. Ebbene, se in ogni megastore o grande magazzino fosse presente un defibrillatore raggiungibile in 4 minuti da ogni punto dell'esercizio, con personale formato ad hoc, tantissime morti si potrebbero evitare".

Quella del Giac è una lunga battaglia per la diffusione dei defibrillatori nei luoghi affollati. "Il decreto legislativo Fazio-Tremonti del 2011 poneva le basi per la diffusione di questi preziosi apparecchi salvavita, ma purtroppo il defibrillatore è ancora facoltativo: fino a quando non sarà obbligatorio, non resta che affidarsi alla sensibilità dei datori di lavoro", aggiunge. Santomauro non è convinto, invece, "dell'utilità o della fattibilità di aprire un punto medico in ogni magastore: sarebbe una mera utopia. Nella migliore delle ipotesi una simile struttura, impossibile da mantenere nel tempo e che non esiste neanche all'estero, durerebbe pochi mesi. Bisogna puntare sui defibrillatori - sottolinea Santomauro - che andrebbero distribuiti all'interno dei grandi centri commerciali in modo da essere raggiungibili in 4 minuti al massimo: questi sono minuti chiave per un intervento salvacuore in attesa del pronto soccorso".

Insomma, la distribuzione di questi apparecchi andrebbe studiata attentamente, e pubblicizzata anche all'interno degli esercizi. "Ogni apparecchio costa mille euro circa, e da circa un mese una disposizione Inps stabilisce detrazioni fiscali per i datori di lavoro che li acquistano. C'è poi da mettere in conto il costo del personale formato: 80-150 euro a persona. Anche in questo caso la crisi non aiuta: con il boom di contratti a progetto e temporanei che c'è ora, si rischia di formare personale che poi va via, e tutto ricomincia da capo".

"Occorre programmare attentamente questo tipo di intervento, ma il vantaggio in termini di vite salvate sarebbe straordinario", assicura. Di questi temi se ne parlerà a Nizza al Congresso in programma il 20-21 giugno. "Luoghi di lavoro, ma anche farmacie possono essere coinvolte per avere sempre un defibrillatore e personale abilitato a usarlo in punti molto frequentati delle città". Per i progetti del Giac: www.gruppoemergenzecardiologiche.it.

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