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Lombardia: primo farmaco contro algodistrofia, studio a Milano

12 maggio 2014 | 17.32
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Milano, 12 mag. (Adnkronos Salute) - Parla un po' milanese la prima terapia che ha ricevuto dall'Agenzia italiana del farmaco l'indicazione per l'algodistrofia, una malattia molto meno rara di quanto si pensi: le ultime stime parlano di circa 26 casi ogni 100 mila persone all'anno, con le donne tra i 61 e i 70 anni colpite 3 volte più degli uomini. L'Irccs Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano ha partecipato a "uno studio multicentrico nazionale recensito anche da Nature - spiega Massimo Varenna del Centro per la diagnosi e la terapia dell'osteoporosi e delle malattie metaboliche dello scheletro del 'Pini', membro della Siommms (Società italiana dell'osteoporosi e delle malattie del metabolismo minerale e dello scheletro) - che ha individuato l'unico farmaco al mondo che, per ora per via endovenosa, ma in futuro forse anche per via intramuscolare, consente di curare l'algodistrofia".

Il medicinale si chiama neridronato ed è "in grado di contrastare attraverso vari meccanismi l'edema midollare che è una frequente manifestazione della malattia, migliorando rapidamente il trofismo scheletrico e riducendo di conseguenza i sintomi", riferisce una nota congiunta dell'Irccs milanese e della Siommms. "Lo schema terapeutico sperimentato nello studio che abbiamo portato avanti - precisa Varenna - prevede 4 somministrazioni (2 volte per 2 settimane), diluite in soluzione fisiologica e iniettate per via venosa, e ha dato come risultati la netta riduzione sia della sintomatologia dolorosa che dei segni locali di infiammazione, fino alla remissione completa della disabilità a livello della sede di malattia".

"La sindrome algodistrofica viene spesso sottodiagnosticata malgrado abbia una incidenza discretamente elevata - sottolinea l'esperto - e risulta ancora oggi tra le malattie rare. Tuttavia, esami come la risonanza magnetica e la scintigrafia consentono un'indagine precoce e l'individuazione delle specifiche alterazioni di questa patologia". Per Varenna dalle evidenze medico-scientifiche "risultano chiari due elementi palesemente interconnessi tra loro: da un lato l'importanza di sensibilizzare soprattutto i reumatologi e altri specialisti sull'algodistrofia in modo che siano in grado di diagnosticare i pazienti entro un tempo il più breve possibile dall'insorgenza della patologia. Dall’altro la necessità di tenere in considerazione la nuova indicazione di Aifa, perché oltre ad una diagnosi precoce venga adottato, da oggi in poi, l'unico schema terapeutico validato, quello con neridronato. Questo approccio potrebbe infatti evitare guai a pazienti, frequentemente costretti a vere e proprie peregrinazioni per essere curati con terapie non validate e spesso particolarmente costose per il Ssn".

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