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Sanita': indagine Camera, inaccettabili differenze su erogazione Lea (2)

19 maggio 2014 | 14.43
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(Adnkronos Salute) - Per quanto riguarda il riparto delle competenze tra lo Stato e le Regioni, "appare necessaria un'azione di coordinamento a livello centrale più forte e mirata di quella prevista e attuata con la riforma del Titolo V, idonea a garantire un'erogazione dei Lea omogenea su tutto il territorio nazionale, in modo da eliminare le differenze regionali attualmente esistenti". Le Regioni "dovrebbero assumere il ruolo di enti erogatori, con un minore grado di responsabilità decisionale rispetto a quello attuale, mentre a livello centrale dovrebbe essere effettuata la valutazione dell'efficace erogazione dei Lea che dovrebbe pesare quanto quella relativa alla correttezza dei bilanci economici".

In tema di Piani di rientro, le conclusioni a cui sono giunte le due Commissioni è che questi "sono finora risultati indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi di spesa, poiché inducono le regioni meno virtuose al rispetto degli equilibri di bilancio". Però questi risultati "dovrebbero essere considerati rispetto all'effettività della garanzia dei livelli di assistenza, legando le procedure di verifica degli obiettivi delle regioni in piano di rientro al miglioramento complessivo dell'attività assistenziale".

Dal documento emerge chiaro un concetto: "L'assistenza di domani non può essere più progettata per una popolazione di pazienti acuti, ma sempre più dovrà prestare attenzione all'attività di presa in carico nel territorio del paziente cronico". Ne deriva "l'urgenza del superamento delle logiche ospedalo-centriche a favore della domiciliarizzazione di strutture intermedie, vale a dire luoghi socio-sanitari di prossimità dotate di una piccola equipe multiprofessionale". Ultima questione riguarda la spesa per il personale, che si è ridotta negli ultimi anni "non solo per effetto di misure straordinarie ma anche di interventi strutturali quali il blocco del turnover, attuato e monitorato in particolare nelle Regioni sottoposte ai Piani di rientro". E' stato evidenziato però che le politiche adottate "hanno via via ridotto le capacità di risposta del sistema e costretto il personale del Ssn a turni straordinari di lavoro che possono mettere a rischio la qualità dell'assistenza".

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