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Universita': Zaia, non torni piu' il tempo delle crocette sui test per medicina

21 maggio 2014 | 14.29
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Venezia, 21 mag. (Adnkronos Salute) - “Che il Ministro Giannini venga a Padova, sede di una delle più prestigiose Università d’Italia e culla dell’insegnamento delle scienze mediche da tempi immemori, a confermare ciò che dico da novembre 2013, e cioè che vanno aboliti numero chiuso e test d’accesso stile lotteria a Medicina, per far posto ad una severa selezione meritocratica, costituisce da parte sua un impegno forte. Ora però, tra il dire e il fare non va messo di mezzo il mare. Bisogna solo fare, presto e bene, per rendere attiva questa riforma già dall’anno scolastico prossimo”. Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia commenta le dichiarazioni fatte oggi dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini a Padova, a margine di un incontro elettorale.

“Peccato – aggiunge il presidente del Veneto – che si sia scelto il momento di votare per condividere con noi questa battaglia di equità. Il futuro dei nostri giovani, di quelli che saranno i medici di domani, e che, almeno per quel che ci riguarda, avranno la missione di mantenere e innalzare il livello scientifico e qualitativo della nostra sanità, va ben oltre il contingente momento elettorale e riguarda i prossimi decenni. Mi auguro – sottolinea il Governatore – che, passato il momento delle crocette sulla scheda elettorale, non torni in auge quello delle crocette su test d’ingresso umilianti, inutili, ridicoli nel contenuto e discriminanti negli effetti”.

“Mi spiace invece – aggiunge il presidente – non aver sentito una parola sulla questione delle borse di studio per gli specializzandi, dopo che il Veneto ha ottenuto dalla Consulta il via libera ad assegnare quelle finanziate dalla Regione a studenti residenti o comunque iscritti alle nostre Università. Una vittoria che apre un capitolo nuovo e rilevantissimo rispetto all’autonomia universitaria che ci spetta: non solo le borse finanziate dalle Regioni, ma anche quelle statali andrebbero gestite alla stessa maniera e andare a sostegno dei giovani medici che si sono formati sul territorio e intendono dare a quel territorio il loro contributo di entusiasmo e professionalità nel futuro”.

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