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Sanita': Ordine medici Milano, nuovo Codice grave attacco all'autonomia (2)

22 maggio 2014 | 11.12
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(Adnkronos Salute) - Per l'Ordine di Milano "il testo elaborato, assieme ad alcuni aspetti comunque criticabili, contiene due punti giudicati assolutamente inaccettabili dalla rappresentanza dei medici e dagli odontoiatri milanesi. Il primo e più importante riguarda la definizione delle competenze del medico". Rossi spiega: "La lettura dell'art. 3 del nuovo Codice ci restituisce la figura di un medico asservito alle innovazioni organizzative e gestionali messe in campo dalle aziende sanitarie pubbliche e private. Inoltre, rimanda il medico per le competenze cui deve attenersi al corpus dell'ordinamento universitario delle Facoltà di Medicina e di Odontoiatria. Consegnando così l'autonomia della categoria nelle mani dell'università e delle Regioni".

"Ricordo - continua il presidente - che il medico nello svolgimento della sua funzione, pur ovviamente rispettando rigorosamente la legge, deve essere indipendente nel suo giudizio da condizionamenti non solo di natura commerciale e privatistica, ma anche da pressioni di natura pubblica e politico-organizzative, in primo luogo nell’interesse del paziente".

Il secondo punto "altrettanto impossibile da accettare" è l'obbligo deontologico di assicurarsi. "Il problema - evidenzia Rossi - è che non sono i medici che non si vogliono assicurare, ma le compagnie che non li assicurano. Servono perciò correttivi legislativi che fino ad ora, anche in questo caso, non ci sono stati anche per colpa del fallimento della strategia federale e del senatore Bianco", presidente della Federazione degli Ordini dei medici, "in particolare. Tante sono le cose che si potrebbero fare in questo campo: Omceo Milano, ad esempio, ha da tempo avanzato la richiesta che lo Stato o singole Regioni stipulassero un'assicurazione per i medici dipendenti dal Ssn, magari anche promuovendo un ente assicurativo specifico, perché non è vero che il problema riguarda solo i liberi-professionisti. Lo Stato o le Regioni potrebbero rivalersi sui medici in caso di reale colpevolezza, ma di sicuro le spese assicurative sarebbero ampiamente compensate dai risparmi".

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