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Sanita': studio Assobiomedica, troppo vecchi apparecchi diagnostici Ssn

24 maggio 2014 | 13.50
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Firenze, 24 mag (Adnkronos Salute) - Sono quasi il 40% le Tac a meno di 16 strati con più di 10 anni di età, che sono presenti nelle strutture sanitarie pubbliche e private convenzionate. Lo stesso vale per il 66,8% dei mammografi convenzionali (analogici), quando il periodo di adeguatezza tecnologica dovrebbe essere intorno ai 6 anni. Mentre sono l’84,7% i radiografi toracici convenzionali che hanno più di un decennio, nonostante l’introduzione di quelli digitali (601 su 2.487 installati). E il trend mostra una situazione in peggioramento. Lo rivela uno studio elaborato da Assobiomedica e condotto sulla base dei dati forniti dalle imprese associate (il panel copre dal 70 al 95% del mercato) nel periodo 2011-2013 sul parco macchine installato e ancora in esercizio delle apparecchiature di diagnostica per immagini delle strutture pubbliche e private convenzionate (in tutti i dipartimenti).

Secondo i dati della ricerca realizzata dai produttori, queste non sono le uniche apparecchiature di diagnostica per immagini a registrare una grave situazione di obsolescenza nelle strutture sanitarie del nostro Paese: hanno più di una decade il 71,6% delle unità mobili radiografiche convenzionali, quasi il 60% dei telecomandati convenzionali; il 30,7% degli angiografi e il 58,4% dei sistemi radiografici mobili ad arco. "Lo studio – ha dichiarato Emilio Gianni, presidente dell’Associazione elettromedicali di Assobiomedica, che ha presentato oggi l’indagine al 46° Congresso nazionale Sirm - ha evidenziato che, per le tecnologie di diagnostica per immagini, il sistema sanitario pubblico e privato convenzionato sta subendo un allarmante invecchiamento con possibili riflessi negativi sulla qualità dell’esame diagnostico e sulle implicazioni per il paziente".

A preoccupare "è soprattutto - dice il presidente - quello che emerge dal raffronto tra la fine del 2011 e la fine del 2013, ovvero un trend di peggioramento generalizzato sul piano della vetustà nelle tecnologie oggetto dell’indagine". Il fenomeno permane particolarmente grave "per le apparecchiature radiologiche quali telecomandati, diagnostica radiologica e mammografi. Se infatti a fine 2011 la situazione può ritenersi migliorata rispetto al passato per effetto del processo di digitalizzazione, l’obsolescenza delle apparecchiature a fine 2013 va progressivamente peggiorando. Questo significa che sono davvero poche le tecnologie introdotte sul mercato nell’ultimo biennio, che sono presenti nelle strutture sanitarie del nostro Paese". (segue)

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