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Lombardia: promozione europea per linee guida 'made in Bergamo'

16 giugno 2014 | 17.33
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Bergamo, 16 giu. (Adnkronos Salute) - Arriva l'approvazione anche a livello europeo per il protocollo promosso dall'ospedale 'Papa Giovanni XXIII' di Bergamo, che consente di stabilire se e come proseguire la terapia antiaggregante nei pazienti cardiopatici portatori di stent prima e dopo un intervento chirurgico. La ricerca, pubblicata per la prima volta sul numero di luglio di due anni fa del Giornale italiano di cardiologia, è stata infatti ripresa dalla rivista Eurointervention, organo ufficiale della Società europea di cardiologia interventistica (Eapci), e pubblicata sul numero di maggio.

Il documento - riporta l'ospedale bergamasco in una nota - fornisce indicazioni sulla gestione della terapia antiaggregante nel caso un paziente portatore di stent coronarico debba sottoporsi a un qualsiasi intervento chirurgico. Le indicazioni dei medici del 'Papa Giovanni' permettono di stabilire il dosaggio a seconda del tipo di intervento, tenendo conto sia del rischio trombotico che di quello emorragico. Prima della pubblicazione di questo lavoro non esistevano indicazioni precise su come comportarsi, e a prevalere era generalmente la preoccupazione per un aumentato rischio di sanguinamento. "Oggi invece sappiamo che sospendere i farmaci antiaggreganti prescritti dopo l'inserimento dello stent può essere molto pericoloso, perché aumenta il rischio di trombosi dello stent - spiega Roberta Rossini, cardiologa dell'Ao orobica e autrice del lavoro - Interrompere la terapia antiaggregante in prospettiva di un intervento chirurgico quindi riduce sì il rischio di emorragie, ma aumenta anche le probabilità che il paziente vada incontro a eventi cardiaci molto gravi. Obiettivo del nostro lavoro è invece quello di uniformare la gestione della terapia antiaggregante, colmando un vuoto pericoloso per operatori e pazienti".

La recente pubblicazione su Eurointervention è stata accompagnata da un editoriale firmato da Michael Haude, presidente dell'Eapci. Il cardiologo interventista tedesco evidenzia l'innovativo approccio interdisciplinare messo a punto dai clinici bergamaschi, in grado di fornire delle valide linee guida condivise dal punto di vista chirurgico, anestesiologico e cardiologico, colmando un pesante vuoto, dato dalla mancanza di indicazioni precise su come gestire la terapia antiaggregante prima e dopo un intervento.

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