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Giappone: a Tokyo parco dei ciliegi chiuso per Dengue, zanzare infette

04 settembre 2014 | 11.57
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Giappone: a Tokyo parco dei ciliegi chiuso per Dengue, zanzare infette

(Adnkronos Salute) - Il celebre 'parco dei ciliegi' chiuso per Dengue a Tokyo. Zanzare infettate dal virus responsabile della 'febbre spaccaossa' sono state catturate all'interno dello Yoyogi Park, un maxi-polmone verde situato al centro della capitale giapponese colpita dalla prima epidemia 'locale' di Dengue dopo 70 anni dall'eradicazione della malattia tropicale. L'ultimo focolaio risaliva infatti al 1945.

Il bilancio delle persone contagiate in questi giorni è salito a 49. E poiché tutte avevano frequentato di recente il parco Yoyogi, le autorità governative hanno sistemato speciali trappole in 10 zone del giardino. Le zanzare imprigionate sono state analizzate dal Tokyo Metropolitan Institute, i cui specialisti hanno trovato il virus della Dengue nella maggior parte degli insetti esaminati, riporta l'agenzia di notizie JiJi. Da qui la decisione di vietare l'ingresso a una parte del parco.

L'ipotesi è che il meteo di questa estate, caratterizzato da un'eccezionale umidità, abbia creato l'ambiente adatto alla proliferazione della zanzara del genere Aedes, la specie che può trasmettere la Dengue.

Nelle scorse settimane, uno studio della University of East Anglia-Uea (Gb), pubblicato su 'Bmc Public Healt', aveva lanciato un allarme sul pericolo che - se i cambiamenti climatici continueranno senza un'inversione di rotta - nel giro di una cinquantina d'anni la Dengue potrà diffondersi anche in Europa. E il rischio maggiore, avvertivano Paul Hunter e colleghi della Uea's Norwich Medical School, riguarderà "quasi completamente le zone costiere di Mediterraneo e Adriatico e la parte nord-orientale dell'Italia, in particolare la Pianura Padana". Zone con un clima temperato-umido, esattamente come quello classificato per Tokyo.

La Dengue provoca sintomi come febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari. Ogni anno l'infezione colpisce 50 milioni di persone nel mondo, con circa 12 mila morti, per la maggior parte nel Sudest asiatico e nell'Ovest Pacifico. Ma in futuro la 'mappa' della malattia potrebbe cambiare.

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