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Vaccini-autismo, ministero annuncia ricorso contro sentenza Milano e arriva il monito degli esperti

25 novembre 2014 | 15.15
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(Infophoto)
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(Adnkronos Salute) - "In relazione alle notizie stampa riferite a una sentenza del Tribunale di Milano recante condanna del ministero della Salute al pagamento di un assegno in favore di un bimbo affetto da autismo, il ministero comunica di aver proposto, per il tramite dell'Avvocatura distrettuale dello Stato, tempestivamente appello avverso la predetta sentenza dinanzi alla Corte di appello di Milano". Lo precisa una nota del dicastero di Lungotevere Ripa.

"Sono pertanto destituite di ogni fondamento - si evidenzia - le dichiarazioni attribuite dalla stampa al difensore del ricorrente secondo cui la sentenza sarebbe ormai passata in giudicato".

"E' con preoccupazione che si nota, confrontando i dati attuali con quelli degli anni precedenti, una flessione delle coperture medie nazionali per quasi tutte le vaccinazioni, con valori che raggiungono il livello più basso degli ultimi 10 anni. Le coperture vaccinali nazionali contro la poliomielite, il tetano, la difterite, l'epatite B e la pertosse rilevate nel 2013 sono di poco superiori al 95%, che è il valore minimo previsto dall'obiettivo del Piano nazionale della prevenzione vaccinale 2012-2014. La copertura per Haemophilus influenzae B è pari al 94,5% e non raggiunge l'obiettivo fissato dal Piano. Anche per morbillo-parotite-rosolia (Mpr) la copertura è diminuita nel 2013 (88,1%), rispetto a quella rilevata nel 2012 (90%)".

Scriveva così a settembre di quest'anno il Centro nazionale epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute dell'Istituto superiore di sanità, riportando i dati del ministero della Salute sulle coperture vaccinali registrate fra i bebè d'Italia nel 2013 (dati di copertura al 24esimo mese per i bambini nati nel 2011). Dati che confermano i timori espressi a più riprese da pediatri ed esperti delle principali società scientifiche del settore igiene, prevenzione e sanità pubblica.

Il fronte del no ai vaccini "è sempre esistito" ma oggi, complice il web, "torna a farsi strada" con forza fra i genitori: è uno dei moniti più recenti lanciati da Milano durante un incontro promosso dalla Fondazione Umberto Veronesi. Paure che si concentrano periodicamente in particolare sull'iniezione scudo contro morbillo, parotite e rosolia, ma che riguardano anche il vaccino esavalente, al centro di una sentenza del Tribunale del lavoro di Milano che riconosce per un bimbo affetto da autismo un nesso causale fra la sua malattia e il vaccino (prodotto da GlaxoSmithKline) iniettatogli nel 2006.

Per gli esperti la disaffezione verso i vaccini è anche facilitata dal fatto che "in Italia dei drammi scatenati da malattie dimenticate, come la polio, restano le foto in bianco e nero", ha avuto modo di osservare Chiara Azzari, direttrice della Clinica pediatrica Meyer, ricordando i tempi in cui le 4 aule magne dell'ospedale erano le stanze dei polmoni di acciaio, dove finivano i bambini vittime della polio paralitica. Secondo i dati degli anni 1950-60, prima dell'uso esteso dei vaccini, nel Paese si registravano circa 3 mila casi di poliomielite, 12 mila di difterite, 700 casi di tetano, 60 mila casi di morbillo e 30 mila di pertosse.

Oggi le vaccinazioni registrano un freno. Dall'approfondimento redatto dagli esperti dell'Iss e pubblicato su 'Epicentro' emerge che "nel 2013 le coperture vaccinali per le malattie prevenibili con il vaccino esavalente rimangono stazionarie, o in lievissimo rialzo solo in Piemonte e in Sardegna, mentre nelle rimanenti regioni si nota un calo più o meno accentuato rispetto al 2012. In Valle d'Aosta, Abruzzo, Molise e Calabria è di oltre 1,5 punti percentuali nelle coperture per polio, Dtp ed epatite B". In 8 regioni, che complessivamente hanno una popolazione target pari al 26% del totale, "le coperture vaccinali sono inferiori al 95%".

Il calo delle coperture per morbillo-parotite-rosolia "è più marcato ed è stato registrato in tutte le Regioni ad eccezione di Abruzzo, Piemonte e Sardegna, dove la copertura è uguale o in lieve aumento rispetto al 2012. E' da sottolineare che in 10 regioni il calo è superiore a 1,5 punti percentuali". Questo andamento "non può essere ignorato", concludono gli esperti, secondo i quali è "fondamentale indagare a fondo i motivi di questo fenomeno". E fra quelli possibili elencano anche l'eventuale effetto di campagne degli anti-vaccinatori.

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