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Neonato abbandonato alla Mangiagalli di Milano, è il secondo dal 2012

01 febbraio 2016 | 19.09
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Culla per la vita, struttura di accoglienza per neonati abbandonati (Fotogramma)
Culla per la vita, struttura di accoglienza per neonati abbandonati (Fotogramma)

Un neonato di due mesi è stato lasciato nel pomeriggio di lunedì 1 febbraio nella 'culla per la vita' del Policlinico di Milano. E' il secondo caso da quando questa versione moderna della 'ruota degli esposti' è stata inaugurata nell'ospedale della metropoli. Il piccolo - un maschietto, nato a novembre - è apparentemente in buona salute ed è stato affidato alla culla per la vita intorno alle 16,30. I medici ritengono che sia nato il 20 novembre 2015 perché insieme al bambino c'era un cartellino che riportava questa data e anche informazioni sulle vaccinazioni a cui è stato sottoposto.

Il piccolo è nelle mani dei medici della Terapia intensiva neonatale della Mangiagalli e, dopo il suo ritrovamento nella culla, è scattata come da procedura la segnalazione al Tribunale per i minorenni. Il primo caso di neonato lasciato nella 'culla per la vita' di via della Commenda, inaugurata nel novembre del 2007, è quello del piccolo Mario - una settimana di vita e 1,7 chili di peso - e risale al 2012.

Il bebè è stato 'ribattezzato' Giovanni dai medici che per primi si sono presi cura di lui. "Il nome - spiega Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia intensiva neonatale - è quello di mio figlio che oggi ha 27 anni. Un nome speciale per un bimbo che merita tante attenzioni".

L'allarme a cui è collegata la 'culla per la vita' è scattato alle 16,30: "Siamo accorsi e ci siamo trovati davanti un bel bimbo vestito con una tutina blu, ben curato e nutrito", racconta Mosca. Il bambino pesa 5 chili e 780 grammi e ha "sembianze non italiane", riferisce il medico. Capelli e occhi scuri, pelle olivastra ma non nera. "Il fatto che vi fossero anche informazioni sulle vaccinazioni a cui è stato sottoposto è sicuramente un segno di attenzione da parte della mamma, che ha scelto anche un contesto di assoluta sicurezza in cui lasciarlo, senza mettere a repentaglio la sua salute. Serve un atteggiamento di comprensione. Perché ora resta il dramma di una donna che si priva di un bimbo bellissimo. Immagino il dispiacere immenso che avrà provato".

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