La Cina registra il suo primo caso importato di virus Zika. A confermarlo la Commissione nazionale per la salute e la pianificazione familiare (Nhfpc). Il paziente, un uomo di 34 anni della contea di Guanxian, nella provincia di Jiangxi, ora si sta riprendendo. Aveva viaggiato in Venezuela e al rientro aveva mostrato sintomi di febbre, mal di testa, vertigini ed esantema il 28 gennaio, prima di tornare nella sua città natale il 5 febbraio via Hong Kong e Shenzhen.
E' stato messo in quarantena e trattato in un ospedale di Guanxian a partire dal 6 febbraio. La Nhfpc ha detto che secondo la valutazione dei funzionari della sanità pubblica e di altri esperti, il rischio di ulteriore diffusione del virus a causa di questo caso importato è estremamente basso.
Ma in queste ore Zika preoccupa anche l'Australia, dove una donna incinta è risultata positiva al test per il virus nel sud-est dello stato del Queensland. Lo ha confermato il Dipartimento della salute locale. L'infezione le è stata diagnosticata lunedì, al ritorno da un viaggio all'estero. Si tratta del terzo caso di Zika nel Queensland in una settimana: venerdì erano infatti risultati positivi al test un bambino tornato a Brisbane dopo un viaggio con la famiglia nelle isole Samoa e una donna dopo un periodo di ferie in El Salvador. Quest'ultima avrebbe contratto il virus nel 2015, ma la diagnosi sarebbe arrivata solo venerdì.
Il governo australiano - riporta il 'Guardian' - ha emesso un avviso di viaggio che raccomanda alle donne incinte o che stanno cercando di avere un figlio di rinviare i viaggi nei Paesi più colpiti da Zika (la maggior parte del Centro e Sud America e alcune isole del Pacifico come le Samoa e Tonga), finché non si chiarirà il legame tra il virus e la microcefalia nei neonati. Dal 2012 sono stati 23 i casi di Zika diagnosticati in Australia, tutti contratti all'estero.
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