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Virus Zika, problemi agli occhi nei bimbi con microcefalia: rischio cecità

10 febbraio 2016 | 12.49
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(Fotogramma)
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Non solo microcefalia. I bebè nati con la malformazione congenita, per la quale si sospetta un collegamento con il virus Zika contratto dalle madri in gravidanza, rischiano di presentare anche gravi problemi agli occhi. In oltre un terzo dei bimbi con il difetto cerebrale studiati in dicembre in un ospedale di Salvador, in Brasile, i medici hanno riscontrato complicanze oculari con potenziali rischi per la vista. I risultati sono pubblicati su 'Jama Ophtalmology'.

L'analisi - spiega il 'Washington Post' - ha coinvolto 29 bambini nati con microcefalia e le loro mamme, che erano stati esaminati al Roberto Santos General Hospital di Salvador. Tra le madri, 23 sospettavano di avere contratto il virus Zika durante i 9 mesi di attesa, nella maggior parte dei casi nel primo trimestre di gestazione. E tra i bimbi studiati, 10 (più di uno su 3) avevano gravi anomalie oculari che in maggioranza interessavano la retina. Lesioni che "mettono a serio rischio la vista, con un pesante impatto sui bambini e le loro famiglie", spiega Lee Jampol, docente di oftalmologia alla Feinberg School of Medicine della Northwestern University americana, co-autore di un commento alla ricerca.

Rubens Belfort Jr, medico dell'università federale di San Paolo e co-autore dello studio, insieme ai suoi colleghi aveva rilevato un possibile legame tra Zika e danni agli occhi in due precedenti studi su diversi gruppi di bambini, escludendo altre possibili cause di implicazioni oculari, come la rosolia o la toxoplasmosi.

Gli studiosi programmano ora di monitorare nel tempo la vista dei piccoli analizzati. Intendono inoltre allargare le indagini a più baby-pazienti, anche senza microcefalia, in altre aree nordorientali del Brasile, duramente colpite dall'emergenza Zika.

Nel frattempo, il Governo brasiliano dice no alla possibilità di abortire nel caso in cui il nascituro sia affetto da microcefalia, una malformazione congenita che si sospetta collegata al virus Zika contratto dalla madre in gravidanza. "La posizione del ministero della Salute è inequivoca: è la posizione in difesa della legge", ha dichiarato il ministro della Salute del Brasile, Marcelo Castro, citato online dalla testata 'Folha de S. Paulo'.

"Siamo agenti pubblici - ha precisato - e non possiamo difendere altro se non il rigoroso rispetto della legge. La legislazione brasiliana permette l'aborto solo in 3 situazioni che non includono la microcefalia". Il ministro si riferisce al caso in cui la gestazione comprometta la vita della madre, a quando il concepimento è frutto di una violenza sessuale, o al caso in cui il feto sia colpito da anencefalia (assenza di cervello).

L'appello a ripensare alle regole su aborto e contraccezione nei Paesi dell'America Latina colpiti da Zika era arrivato nei giorni scorsi dall'alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad Al Hussein.

Un nuovo richiamo arriva oggi dall'Organizzazione mondiale della sanità: "Le donne che vogliono interrompere una gravidanza per il timore di microcefalia" nel feto "dovrebbero avere accesso a servizi di aborto sicuro", evidenzia l'Oms in un decalogo sul virus Zika rivolto alla popolazione femminile. Le donne, prosegue l'agenzia delle Nazioni Unite per la sanità, "dovrebbero consultare un medico per una corretta informazione su come ottenere servizi di aborto sicuro. Nei Paesi con accesso limitato e/o disponibilità limitata di aborto sicuro, alle donne dovrebbero essere fornite informazioni precise e consulenza sulle opzioni" possibili.

Secondo l'ente ginevrino, inoltre, le donne "dovrebbero avere accesso a una gamma completa di opzioni contraccettive", come quelli "a lunga durata d'azione, a breve durata d'azione, così come metodi permanenti (diaframma, spirale, preservativo maschile, preservativo femminile, prodotti spermicidi), in modo da soddisfare le preferenze e le esigenze individuali delle donne".

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