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Humanitas compie 20 anni. Rocca: "Laboratorio dove si impara facendo"

08 marzo 2016 | 18.11
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L'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Fotogramma)
L'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Fotogramma)

Nato ufficialmente il 4 marzo, come uno dei cantanti italiani più amati: Lucio Dalla. Ma nella sua carta d'identità l'anno è il 1996. Mentre l'inverno lasciava il posto alla primavera, l' Istituto clinico Humanitas di Rozzano accoglieva i primi pazienti. Oggi alle sue porte bussano in 4 mila ogni giorno. E' una lunga storia quella del centro alle porte di Milano, che proprio a marzo 2016 compie 20 anni. E passata la maggiore età, si mostra come "un policlinico ad alta specializzazione e un grande 'teaching laboratory', in cui si impara facendo, in cui si respira atmosfera clinica e di ricerca, in cui c'è grande produzione scientifica, in cui si persegue una vocazione etica e umana della medicina", spiega all'AdnKronos Salute il suo presidente, l'imprenditore Gianfelice Rocca.

L'Irccs dal 2014 è anche sede di un ateneo privato dedicato alle Scienze della vita, con vocazione internazionale: l'Humanitas University. Ma le tappe che hanno segnato la sua esistenza sono tante e hanno radici lontane. L'idea di dar vita a un ospedale "moderno, con il binomio medico-paziente al centro" viene concepita nella seconda metà degli anni '80. Complice l'incontro fra il medico e scienziato Nicola Dioguardi, l'allora presidente di Reale Mutua Pier Carlo Romagnoli, e Rocca, presidente del gruppo Techint, che insieme a un gruppo di imprenditori decide di lanciarsi nell'avventura. Per la struttura viene scelto il progetto avveniristico dell'architetto James Gowan e a Techint viene assegnata la progettazione e realizzazione del complesso ospedaliero. Il bacino d'utenza viene individuato nell'area metropolitana a Sud di Milano. La costruzione viene ultimata nel '96 e il 4 marzo si aprono le porte per il paziente 'zero'.

Nel 1997 la convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Da lì in poi è un crescendo: nel 1999-2000 nasce la Fondazione Humanitas (per favorire la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie) e il centro diventa sede di insegnamento dell'università degli Studi di Milano; nel 2002 l'ospedale diventa caso di studio dell'università di Harvard e arriva l'accreditamento di eccellenza per la qualità dalla Joint Commission International; nel 2005 il riconoscimento di Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) da parte del ministero della Salute.

Poi nel 2006 l'inizio dell'avventura dell'International Medical School sempre con l'univeristà Statale, il tutto mentre l'attività di ricerca e le pubblicazioni scientifiche crescono e il punteggio di Impact Factor supera quota 3 mila punti. Fra gli scienziati di Humanitas nomi di spicco come l'immunologo Alberto Mantovani, l'italiano più citato nella letteratura scientifica internazionale. Il 2015 è invece segnato dall'avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo Campus universitario che sarà pronto per l'anno accademico 2017-2018.

"Il nostro obiettivo - sottolinea Rocca - è mantenere questa sfida di eccellenza e sostenibilità. Tenere la qualità clinica sempre al centro delle nostre azioni, per offrire ai nostri pazienti le migliori cure possibili. Continuare ad investire nella ricerca per trasformare le nuove conoscenze in cure a beneficio di tutta la comunità. E impegnarci - con Humanitas University, il nostro ateneo dedicato alle Scienze mediche - nella formazione di una nuova generazione di professionisti in una dimensione internazionale per favorire un circuito virtuoso tra clinica, ricerca e università".

La famiglia Humanitas negli anni si è allargata e oggi l'Irccs di Rozzano è capofila di un gruppo che, oltre all'Humanitas Gavazzeni di Bergamo, il Mater Domini di Castellanza (Varese), il Cellini di Torino e il Centro catanese di oncologia, si è di recente ampliato accogliendo due new entry: prima l'ospedale Gradenigo a Torino e poi, proprio a inizio febbraio, la casa di cura San Pio X di Milano.

Dal giorno dell'apertura, oltre 1 milione e 100 mila pazienti si sono rivolti all'ospedale di Rozzano. E oggi, considerando anche gli accompagnatori, gli studenti e tutti coloro che lavorano nel centro, circa 12 mila persone animano l'Humanitas ogni giorno.

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