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Ordini dei medici sull'omeopatia: "Mai sottrarre pazienti a cure di provata efficacia"

30 maggio 2017 | 15.16
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Roberta Chersevani presidente Fnomceo
Roberta Chersevani presidente Fnomceo

Una vicenda "tragica, ed è ancor più drammatico che a perdere la vita sia stato un bambino. La cosa più grave di tutto, però, è che il Codice deontologico parla chiaro. Si dice che esistono le terapie non convenzionali, ma anche che la prescrizione è sotto la responsabilità del medico e, soprattutto, che non si devono sottrarre gli assistiti a trattamenti di comprovata efficacia". E' netta Roberta Chersevani, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, sulla vicenda del piccolo morto ad Ancona dopo un'otite bilaterale curata con l'omeopatia.

"Ho davanti a me l'articolo del Codice, che parla chiaro. Già dai primi anni 2000 - ricorda - si è cercato di fare ordine nelle medicine non convenzionali, stabilendo che potevano essere praticate solo da medici od odontoiatri, e si è cercato di fare dei registri per capire che titoli avessero questi colleghi. Le Regioni - continua Chersevani - dovrebbero accreditare le scuole di formazione. Ma il Codice è chiaro: se hai un tumore non puoi evitare di seguire l'iter terapeutico per fare l'omeopatia".

Quello citato da Chersevani è l'articolo 15: Sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali. "Il medico - si legge - può prescrivere e adottare, sotto la sua diretta responsabilità, sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali nel rispetto del decoro e della dignità della professione. Il medico non deve sottrarre la persona assistita a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia. Il medico garantisce sia la qualità della propria formazione specifica nell’utilizzo dei sistemi e dei metodi non convenzionali, sia una circostanziata informazione per l’acquisizione del consenso. Il medico non deve collaborare né favorire l’esercizio di terzi non medici nelle discipline non convenzionali riconosciute quali attività esclusive e riservate alla professione medica".

Sul medico coinvolto Chersevani si limita a dire che "sembra si sia cancellato e poi re-iscritto all'Ordine dei medici, di sicuro l'Ordine provinciale interverrà, se non l'ha già fatto". E se a finire sul banco degli imputati in questi giorni è stata in generale l'omeopatia, la presidente della Fnomceo riflette: "Se circa 20 mila medici praticano l'omeopatia e questa è adottata anche in Europa, bisogna tenerne conto. Ma non bisogna sottrarre i pazienti a terapie di comprovata efficacia: se ha sintomi importanti, come un'infezione, questa va trattata con medicinali efficaci. Occorre rispettare le regole. E mettere fuori chi non opera secondo queste ultime", aggiunge Chersevani, dicendo no "ai guru, di cui ci dobbiamo liberare. E' drammatico - ribadisce - che a perdere la vita questa volta sia stato un bambino".

"Ci sono italiani che scelgono l'omeopatica, e sono molti. Ne dobbiamo tenere conto", continua. Ma il monito della presidente ai colleghi è uno: "Non sottrarre mai il paziente a cure di comprovata efficacia", conclude.

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