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Il viaggio della onlus che salva i piccoli cuori nelle periferie del mondo

13 ottobre 2017 | 18.48
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Kurdistan 2016, uno degli scatti che racconta l'attività umanitaria di Bambini cardiopatici nel mondo, in mostra a Milano (foto Giovanni Porzio)  - Giovanni Porzio
Kurdistan 2016, uno degli scatti che racconta l'attività umanitaria di Bambini cardiopatici nel mondo, in mostra a Milano (foto Giovanni Porzio) - Giovanni Porzio

Il camice bianco, la valigia sempre pronta per il prossimo viaggio. Un viaggio "ai confini della vita", con "le mani nel cuore". E' così che il fotoreporter Giovanni Porzio racconta le imprese del cardiochirurgo Alessandro Frigiola e dell'associazione Bambini cardiopatici nel mondo, da lui fondata e presieduta. Una storia lunga 20 anni, il cui significato è 'distillato' in 35 fotografie, selezione di scatti dal libro firmato dallo stesso Porzio, in mostra da oggi, venerdì 13 ottobre, al 5 novembre alla Casa di Vetro di Milano.

L'esposizione è curata da Alessandro Luigi Perna e patrocinata dall'assessorato comunale alle Politiche sociali, Salute e Diritti. Sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 15.30 alle 19.30 e il ricavato (costo d'ingresso 5 euro) sarà interamente devoluto alla onlus per sostenere le missioni operatorie e i percorsi di formazione per medici e infermieri dei Paesi in via di sviluppo. Le foto spalancano una finestra su un pezzo di mondo lontano, raccontano di speranze di vita regalate a piccoli affetti da cardiopatie congenite.

"Ho passato la vita in mezzo alle guerre: bombe, sangue, prigioni, torture, orrori, obitori, terrori, esistenze distrutte, lunghe file di morti senza nome - riflette Porzio - Talvolta, nella melma e nel sangue, ho visto scorrere rivoli lucenti d'acqua sorgiva, e mi sono chinato a guardarli: specchiavano sorrisi e giochi di bambini". I bambini. "Capaci di allegria tra le macerie di una casa, di illuminare il buio di una grotta, di riempire di voci la tenda di stracci di un campo profughi. Dopo le guerre tutto ricomincia dai bambini". Per questo, incalza, "la morte di un bambino è intollerabile. Ho incontrato un medico che non si è mai rassegnato, un chirurgo che apre i cuori malati dei bambini per aiutarli a vivere. Ne ha salvati migliaia. Si chiama Alessandro Frigiola, e ho voluto raccontare la sua storia".

Gli scatti di Porzio "arrivano al cuore delle persone perché trasmettono le stesse sensazioni che proviamo noi quando operiamo in situazioni anche estremamente critiche e fanno rivivere la speranza e la paura dei bambini e delle famiglie che incontriamo sulla nostra strada, il più delle volte già vittime delle conseguenze di una guerra o delle difficili condizioni socioeconomiche degli Stati in cui vivono", spiega Frigiola. "Il libro e la mostra nascono dall'entusiasmo empatico del fotoreporter per il lavoro che l'associazione svolge quotidianamente e dalla necessità di raccogliere fondi per cambiare il destino di troppi bambini che hanno diritto di vivere". Il ricavato "ci aiuterà a sostenere l'attività di Bambini cardiopatici nel mondo: salvare migliaia di piccoli malati di cuore e favorire la costruzione di centri chirurgici e di formazione".

I medici e gli infermieri della onlus a titolo volontario si dedicano alla cura dei bambini con patologie cardiache. Ancora oggi, nei Paesi del Terzo mondo, le cardiopatie congenite rappresentano infatti la prima causa di mortalità infantile. Nel libro da cui è tratta la mostra Porzio narra storie, immortala volti e sguardi, dipinge paesaggi, case, scuole e ospedali attraverso oltre 100 fotografie in 157 pagine, frutto di un lavoro lungo 2 anni. È il resoconto di un viaggio a fianco dell'associazione in 5 Paesi in via di sviluppo: Siria, Kurdistan, Egitto, Camerun e Senegal. Realtà dove, spiegano gli esperti, l'insufficienza di strutture cardiochirurgiche, la mancanza di formazione per medici e infermieri o gravi situazioni di guerra rendono difficile garantire anche le più basilari cure pediatriche.

Frigiola ha 'aperto' a Porzio le porte delle sale operatorie dei centri dove la onlus è impegnata da sempre. Le immagini, spiega Perna, "sono costruite geometricamente con maestria. Ma quello che colpisce è la loro costante tensione morale, la capacità di proiettare chi le guarda, a partire da una singola inquadratura, nell'universo emotivo e drammatico in cui sono state realizzate. Per questo sono così potenti".

La mostra sarà, grazie alla presenza di operatori volontari, anche un'occasione per conoscere meglio l'associazione e l'attività umanitaria che svolge. E sostenerla, ricevendo una copia del libro o un gadget della mostra, a seconda dell'entità della donazione. Ma sarà anche possibile ricevere copia delle foto in esposizione in edizione limitata per il grande pubblico e per i collezionisti. Per tutta la durata dell'iniziativa saranno anche organizzate visite guidate per le scuole secondarie di primo e secondo grado per far conoscere ai più giovani l'impegno dei medici della onlus in zone di guerra e in Paesi dove la vita di migliaia di persone è messa a repentaglio ogni giorno dalla carenza di strutture sanitarie e farmaci.

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