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Tetano, 60 casi ogni anno in Italia

18 ottobre 2017 | 16.55
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(Fotogramma)
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Sono circa 60 i casi di tetano ogni anno in Italia, con 20 morti. Il dato arriva dall'Istituto superiore di sanità, che ha realizzato un'analisi dell'impatto epidemiologico delle patologie per le quali il decreto ha reso obbligatorie le vaccinazioni. "Si tratta di una malattia grave, ad alta letalità, parliamo di circa un terzo dei casi, molto rara fra i bambini. Dal 2001 al 2010 nel nostro Paese si erano registrati solo due casi fra 'under 14'", ricorda all'AdnKronos Salute Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. A giugno la notizia di un bambino di 10 anni in vacanza in Sardegna, a cui è stato diagnosticato il tetano, mentre ora c'è il caso della bimba a Torino, la cui diagnosi è stata confermata dai medici.

"Numeri così piccoli possono essere legati al caso, ma con il tetano se si abbassano le coperture a rischiare è chi non è vaccinato. I casi sono rari nei bambini proprio perché di solito sono sottoposti a vaccino e fanno i richiami. Anche chi è contro i vaccini di solito accetta l'antitetanica. Così in Italia l'80% dei casi si registra in persone sopra i 64 anni, e per lo più donne, in area rurale. Questo perché gli uomini venivano vaccinati durante il servizio militare", precisa l'esperto. "Nel caso del tetano - ribadisce - non c'è immunità di gregge: il vaccino conferisce una protezione individuale".

Si tratta di una malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani. "Un bacillo Gram-positivo che cresce solo in assenza di ossigeno, ed è presente in natura sia in forma vegetativa sia sotto forma di spore. Il germe in forma vegetativa produce una tossina, detta tetano spasmina, che è neurotossica e causa i sintomi clinici della malattia. Si tratta di una tossina estremamente potente, tanto che la quantità letale per un uomo è di circa 7 milionesimi di milligrammo", ricorda Rezza.

Il batterio "è normalmente presente nell'intestino degli animali e viene eliminato con le feci. Le spore possono sopravvivere nell'ambiente esterno anche per anni e contaminano spesso la polvere e la terra". Insomma, "le spore tetaniche - sottolinea l'esperto dell'Iss - sono presenti nell'ambiente e quando una persona si ferisce, se la spora trova le condizioni ideali per svilupparsi, magari perché la ferita si sporca di terra, ecco che si manifesta una malattia molto pesante e insidiosa da curare, anche 'impegnativa' da un punto di vista economico".

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