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Ok a Ddl Lorenzin: come cambia la sanità

22 dicembre 2017 | 12.36
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Una struttura sanitaria - FOTOGRAMMA
Una struttura sanitaria - FOTOGRAMMA

"Oggi è una giornata molto importante per la sanità italiana e sono veramente orgogliosa dell'approvazione definitiva da parte del Senato del Ddl che porta il mio nome, perché s'introducono fondamentali novità per tutto il settore e perché si aggiunge un nuovo tassello fondamentale al percorso di riforma del sistema". Così il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, commenta il via libera di Palazzo Madama al disegno di legge in materia di sperimentazione clinica di medicinali, disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del ministero della Salute.

"Questo Ddl, che presentai quasi 5 anni fa - ricorda il ministro - ha avuto una gestazione lunghissima in Parlamento e introduce misure importantissime per la sanità e per un milione di persone che vi lavorano". "La legge - sottolinea in particolare Lorenzin - prevede nuove norme sulle sperimentazioni cliniche, sulla medicina di genere, pene più severe all'abusivismo sanitario e contro chi commette abusi nelle strutture sanitarie per anziani e disabili. E poi affrontiamo dopo 70 anni la riforma degli Ordini professionali sanitari, riconoscendo anche nuove professioni come quelle dell'osteopata e del chiropratico. Nel provvedimento vengono istituiti anche nuovi Ordini professionali per infermieri, ostetriche, tecnici sanitari di radiologia medica e professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione".

L'ok di oggi in Senato al Ddl Lorenzin segna infatti per il settore una serie di novità: dal debutto degli Ordini delle professioni sanitarie al riconoscimento delle nuove professioni, alla fine delle lungaggini per la sperimentazione clinica, al riordino dei Comitati etici, fino alle aggravanti per l'esercizio abusivo delle professioni sanitarie e per i reati ai danni di persone ricoverate. Ecco dunque cosa cambia:

SPERIMENTAZIONE CLINICA DEI MEDICINALI. Le nuove disposizioni, adeguando la disciplina italiana alla nuova normativa europea, prevedono il riordino e la riduzione dei comitati etici esistenti. Viene prevista l'istituzione di un Centro di coordinamento nazionale dei Comitati etici territoriali per le sperimentazioni cliniche sui medicinali per uso umano e sui dispositivi medici, con funzioni di coordinamento, indirizzo e monitoraggio delle attività di valutazione degli aspetti etici relativi alle sperimentazioni. Si prevede inoltre l'individuazione, attraverso successivo decreto ministeriale, di un numero massimo di 40 Comitati etici territoriali (rispetto agli oltre 100 attualmente esistenti), di cui almeno uno per ogni regione, e il riconoscimento di 3 Comitati etici a valenza nazionale, di cui uno riservato alla sperimentazione in ambito pediatrico. Disposizioni che vanno nella direzione della necessità di acquisire una maggiore competitività in ambito internazionale nel settore delle sperimentazioni cliniche, che potranno fare affidamento su tempi certi per la loro analisi sotto il profilo etico, oltre che di una tariffa unitaria, parametrata ai meri costi di gestione dell'analisi medesima.

RIORDINO DELLA DISCIPLINA DEGLI ORDINI DELLE PROFESSIONI SANITARIE. Le nuove disposizioni trasformano gli attuali Collegi delle professioni sanitarie e le rispettive Federazioni nazionali in Ordini e relative Federazioni nazionali. Agli Ordini già esistenti dei medici-chirurghi, dei veterinari e dei farmacisti, si aggiungono così gli Ordini dei biologi e delle professioni infermieristiche, della professione di ostetrica e dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. Contestualmente viene ridisegnata la disciplina relativa al funzionamento interno degli Ordini, risalente al 1946, e vengono inserite disposizioni finalizzate a migliorare la funzionalità degli organi, a chiarire i compiti svolti, valorizzandone in particolare il rilievo pubblico e la funzione deontologica, oltre che a favorire la partecipazione interna da parte degli iscritti.

NUOVE PROFESSIONI SANITARIE. Il Ddl riscrive la procedura per il riconoscimento di nuove professioni sanitarie, stabilendo un sistema potenzialmente aperto. La procedura, che passerà per il parere tecnico-scientifico del Consiglio superiore di sanità, richiederà l'accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome. In questo ambito, un percorso semplificato è fissato per gli osteopati e i chiropratici, la cui individuazione è già fissata dalla legge, mentre il percorso per il definitivo riconoscimento passa attraverso l'accordo in Conferenza che definirà l'ambito di attività, le funzioni, i criteri di valutazione dell'esperienza professionale, nonché quelli per il riconoscimento dei titoli equipollenti connessi a tali professioni. Con decreto del Miur, di concerto con il ministro della Salute, saranno inoltre definiti l'ordinamento didattico della formazione universitaria.

RIORDINO DELLA PROFESSIONE DEI CHIMICI, DEI FISICI, DEI BIOLOGI E DEGLI PSICOLOGI. Il testo stabilisce che la vigilanza su queste professioni, e sui relativi Ordini, passi dal ministero della Giustizia al ministero della Salute.

ESERCIZIO ABUSIVO DELLE PROFESSIONI SANITARIE. Viene inserita un'aggravante quando il reato riguarda una professione sanitaria, e per prevedere la confisca obbligatoria dei beni utilizzati per commettere il reato. In particolare, quando si tratta di beni immobili si dispone il loro trasferimento al patrimonio del Comune ove sono siti, per essere destinati a finalità sociali e assistenziali.

AGGRAVANTE PER REATI COMMESSI CONTRO PERSONE RICOVERATE. Viene aggiunta nel Codice penale (art. 61) una circostanza aggravante per i reati contro la persona commessi in danno di persone ricoverate presso strutture sanitarie o presso strutture sociosanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private, ovvero presso strutture socioeducative.

DIRIGENTI SANITARI DEL MINISTERO DELLA SALUTE. Si modifica la disciplina vigente relativa al ruolo della dirigenza sanitaria del dicastero di lungotevere Ripa. Da un lato si istituisce un unico livello del ruolo suddetto, e dall'altro ai dirigenti sanitari del ministero si estendono gli istituti giuridici ed economici previsti per la dirigenza sanitaria del Servizio sanitario nazionale.

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