"Sembra che siamo arrivati al picco, ma la coda dell'influenza potrebbe essere lunga". Lo spiega all'Adnkronos Salute Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss), commentando i dati Influnet: circa 832mila casi nell'ultima settimana, per un totale di quasi 4 milioni di italiani colpiti dall'inizio della sorveglianza, per quella che appare come la più grave epidemia di influenza stagionale in Italia dal 2004. "A circolare di più in Italia è il virus B Yamagata, che negli ultimi 2-3 anni si era visto pochissimo, e una variante del virus A/H1N1, quello pandemico, negli ultimi anni sempre piuttosto attivo. Ecco, la numerosità di casi quest'anno potrebbe essere dovuta proprio al virus B", dice l'esperto.
Meno attivo nella Penisola l'A/H3N2, quello della cosiddetta 'Australiana', che sta colpendo molto in Gran Bretagna. Il virus B più diffuso è presente nel vaccino quadrivalente ma non nel trivalente adiuvato, "che poi è il più indicato per gli anziani. Il fatto è - riflette Rezza - che noi non facciamo una campagna anti-influenzale per costruire l'immunità di gregge, ma per proteggere i soggetti a rischio e gli anziani. Se osserviamo i dati, vediamo che i più colpiti quest'anno sono i bambini e gli adolescenti seguiti da giovani e adulti, molto meno gli anziani, che più spesso si vaccinano. I più colpiti sono dunque i soggetti che probabilmente negli anni scorsi non erano venuti in contatto con i virus più diffusi quest'anno".
L'altro virus B (quello presente anche nel vaccino trivalente), invece, "sta circolando meno". Inoltre occorre considerare "che ci sono state differenze a livello regionale quanto all'uso del vaccino trivalente adiuvato o del quadrivalente. In ogni caso però - conclude Rezza - non stiamo vedendo un eccesso di casi gravi rispetto al numero di pazienti. Probabilmente questo è dovuto alla campagna di vaccinazione".