Un bimbo di poco meno di un anno salvato dal padre che gli dona un quarto del suo fegato. L'intervento, riportato dal 'Gazzettino', è stato eseguito presso l'Azienda ospedaliera universitaria di Padova. A complimentarsi "con il professor Umberto Cillo e tutta la sua équipe per il risultato di questo intervento di alta complessità" è il Centro nazionale trapianti. "Esprimiamo i più vivi complimenti anche all'assessorato alla Salute della Regione Veneto e all'Azienda ospedaliera di Padova che si conferma quale eccellenza del nostro sistema, in termini di qualità delle cure offerte e dell’alto numero di trapianti eseguiti", commenta il Cnt in una nota.
"Nel nostro Paese - ricorda - si svolge una regolare attività trapiantologica su pazienti pediatrici sia da donatore deceduto che, come nel caso di Padova, da donatore vivente. Negli ultimi anni, grazie ad un protocollo specifico, è stato possibile diminuire la lista di attesa per i piccoli pazienti che necessitano un trapianto di fegato. Questo protocollo, infatti, prevede che il fegato di ogni donatore deceduto sotto i cinquanta anni di età venga suddiviso in due porzioni (tecnicamente si chiama 'split') per consentire due trapianti: il primo in favore di un ricevente adulto, il secondo per un paziente pediatrico", conclude la nota.