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Sanità

Spunta bonus pannolone

06 novembre 2018 | 16.55
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L’incontinenza urinaria colpisce 4,5 milioni di italiani, ma i casi tutelati dal Ssn con la fornitura gratuita di pannoloni arrivano a poco più di un milione, con tetti di spesa indistinti rispetto al livello di gravità del problema e diversi non solo fra Regioni, ma persino da Asl ad Asl. Non solo. Anche i pazienti assistiti dalla sanità pubblica ricevono solo due terzi degli ausili di cui avrebbero bisogno, in media 2,4 pezzi al giorno. Così le famiglie sborsano di tasca propria oltre 280 milioni l’anno per integrare forniture insufficienti o percepite di scarsa qualità, cui si aggiungono oltre 355 milioni spesi dal Ssn per fornire prodotti perlopiù inadeguati ai bisogni dei pazienti.

Ottimizzare questa spesa, e soprattutto rispondere efficacemente alle esigenze dei pazienti, si può. Il Cergas Sda Bocconi dell’Università Bocconi di Milano ha elaborato e proposto un nuovo modello assistenziale, prevede l’erogazione omogenea in tutte le Regioni, a spesa pubblica complessiva invariata, di un bonus pannolone da 9 a 56 euro in media a paziente, secondo la gravità della patologia, da utilizzare mensilmente tramite tessera sanitaria.

Il progetto, di cui alcuni aspetti coincidono con il modello già in sperimentazione in Piemonte, punta a un sistema nazionale omogeneo, più semplice ed equo, sostenibile pur diminuendo la spesa per le famiglie. E' prevista infatti la possibilità di integrare la fornitura a un prezzo più vantaggioso, grazie a un accordo quadro tra fornitori e Ssn che consentirà alle famiglie risparmi fino al 3%. Ben 9 milioni di euro.

"Per risolvere le difficoltà delle persone con incontinenza di grado più o meno grave - spiega il coordinatore del progetto Francesco Longo, del Dipartimento di analisi delle politiche e management pubblico dell’università Bocconi di Milano, oggi durante la Consensus Conference 'Modello need-based per la gestione della persona con incontinenza urinaria' - il Ssn spende oltre 355 milioni di euro l’anno per fornire ad appena 1,15 milioni di pazienti solo i due terzi dei pannoloni di cui hanno bisogno spesso di scarsa qualità, costringendo le famiglie a sborsare di tasca propria oltre 280 milioni per avere prodotti migliori o in maggior quantità".

Una spesa, "quella mensile del Ssn, pari a oltre 27 milioni", che "potrebbe invece essere utilizzata per erogare, tramite tessera sanitaria, buoni pannolone da circa 9 a 56 euro al mese, calibrati a seconda della gravità della patologia, aumentando così la risposta ai bisogni dei pazienti - sottolinea - e consentendo a ciascuno la libertà di utilizzare il proprio budget, scegliendo finalmente il prodotto più adatto alle proprie esigenze fra quelli disponibili per un ritiro in farmacia o nella Asl di riferimento o, se previsto, mediante la consegna a casa. La scelta potrà avvenire anche grazie all'aiuto di un tutor, farmacista o infermiere, che possa dare consigli sul presidio più adeguato senza incentivi a spingere l’uno o l’altro ausilio o dialogando con il sistema attraverso una piattaforma web".

"Il bonus consente inoltre la possibilità di integrare direttamente la spesa - prosegue l'esperto - per avere prodotti in maggiore quantità o di migliore qualità a un prezzo 'amministrato' più vantaggioso e rifornendosi in un solo posto con un risparmio per le famiglie fino a 9 milioni, pari al 3% dei costi sostenuti fino a oggi". "Il nostro modello prevede infatti una pluralità di fornitori accreditati per la qualità del prodotto offerto. Così il paziente non avrà più a disposizione un solo prodotto, definito in base a gare d’appalto che, alla luce del sistema attuale, selezionano i prodotti in base al prezzo più basso", aggiungono i ricercatori Cergas Sda Bocconi, Giovanni Fosti e Andrea Rotolo.

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