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Il caso degli scienziati 'no vax' a loro insaputa: "Travisato il nostro studio"

09 gennaio 2019 | 19.14
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"Sono stupito, il nostro studio dice l'esatto contrario". Quando Emilio Clementi, direttore dell'Unità operativa di Farmacologia clinica dell'ospedale Sacco - università degli Studi di Milano, legge le informazioni circolate riguardo a una ricerca condotta dal suo gruppo nel 2013 sull'encefalomielite acuta disseminata (Adem) e sui dati presenti al riguardo nei sistemi di report degli eventi avversi da vaccini, la sua reazione è questa. "Sono saltato sulla sedia", dice all'AdnKronos Salute. Il lavoro in questione viene citato almeno dal 5 gennaio su diversi gruppi Facebook 'no-vax'. Per la precisione, a rimbalzare online sono le slide pubblicate sul sito Epicentro dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e usate in occasione di un convegno dal primo autore, Paolo Pellegrino (non più al Sacco, perché è andato a lavorare per un'azienda farmaceutica).

L'8 gennaio lo studio diventa anche oggetto di un intervento stampa di Vincenzo D'Anna, presidente dell'Ordine dei biologi. D'Anna dice che è stato "tenuto 'ben riposto' nel classico cassetto di turno". Questo suo intervento contribuisce a rendere ancora più virale sul web la ricerca. "In realtà - precisa Clementi, insieme a una delle autrici principali Carla Carnovale - la nostra ricerca è stata pubblicata su un'importante rivista scientifica, 'Plos One'. Ed è su Pubmed", motore di ricerca gratuito che permette l'accesso alla letteratura scientifica e rappresenta un punto di riferimento per tutti i ricercatori. "Non c'è nulla di nascosto. Più evidente di così non potrebbe essere".

Ma il primo chiarimento lo specialista, anche lui fra gli autori, lo vuole fornire sulle conclusioni dello studio: "Quello che abbiamo scritto è che i risultati non supportano le precedenti evidenze scientifiche che suggeriscono un aumento di questa malattia dopo il vaccino. Non c'è una correlazione sostenibile tra la vaccinazione e l'encefalomielite acuta disseminata". E le sue parole si possono ritrovare anche nel testo completo dello studio, esattamente così: "I nostri risultati non supportano le precedenti evidenze in letteratura su un aumento della frequenza di Adem dopo la vaccinazione nell'infanzia". Clementi spiega in maniera dettagliata perché. Prima di tutto chiarendo quali sono i dati riportati nel lavoro.

I ricercatori hanno guardato nei database dei sistemi di report attivi negli Stati Uniti e in Europa, rispettivamente il Vaers (Vaccine Adverse Event Reporting System) e l' EudraVigilance postauthorisation module (Evpm), per vedere quante notifiche di Adem fossero presenti. La popolazione di questi database era di un miliardo di persone e il periodo considerato dallo studio va dal 2005 al 2012, dicono Carnovale e Clementi. In questo lasso di tempo le notifiche di encefalomielite acuta disseminata sono risultate 236 negli Usa (l'analisi ne ha considerate 199 escludendo quelle già bollate come non correlate e inclassificabili) e 205 nel sistema europeo. Totale: 404, su un miliardo di persone in 8 anni.

In più, gli autori evidenziano che "le analisi condotte su database di questo tipo hanno limiti noti a tutti, trattandosi di notifiche spontanee di medici, cittadini e per l'America anche di assicurazioni, senza validazioni da parte delle autorità competenti. Questo è un limite fortissimo - osserva Clementi - e veniva fatto notare nel lavoro. Il vantaggio è che ovviamente in questi database ci sono una serie di informazioni e rappresentano una buona fonte se usata con criterio. Dunque, che ci siano dei casi riportati di Adem è vero, ma con tutti i limiti evidenziati. I farmaci, tutti, hanno degli effetti collaterali. Non è inoltre corretto dire che l'Adem viene sviluppata a ogni età. Abbiamo osservato alcuni casi segnalati in adulti ma sono pochi e, di nuovo, con i limiti dello studio, non si può sostenere questa cosa".

Altro nodo è il concetto di under-reporting, "problema tipico di tutta la farmacovigilanza. In questo caso si è segnalato under-reporting per alcuni specifici vaccini, ma perché si sono utilizzati meno. Che ci sia meno attenzione su alcuni vaccini perché meno utilizzati non è nulla di nuovo". In definitiva, ribadisce Clementi, "nel full text si dice chiaramente che l'analisi è fatta su un miliardo di persone, la popolazione contenuta nei database. Tantomeno si parla di nesso causale, perché le informazioni usate non sono validate. Noi abbiamo recuperato i casi di Adem segnalati spontaneamente, ma magari il 90% non lo era proprio, non c'è stata valutazione clinica, e questo è scritto precisamente".

I risultati dello studio girano in maniera travisata sul web, in un continuo passaparola. Corredati di link alle slide e di commenti come questo: "Alla faccia di chi dice che non ci sono prove o evidenze!!! I camici bianchi sanno tutto. E coscientemente negano tutto!!!". O ancora: "Chissà Burioni e la Lorenzin cosa ne pensano!". Non manca chi si sente tradito dal ministro della Salute Giulia Grillo, e chi vuole scriverle perché tolga l'obbligo vaccinale. I gruppi Fb in cui succede sono diversi: 'Gruppo nazionale libera scelta vaccini' (19 mila membri), 'Auret, Autismo, Danni da Vaccinazioni e Malasanità' (oltre 20 mila iscritti), 'Free vax Italia', 'Io mi curo con l'omeopatia'. Cita lo studio anche Stefano Montanari, noto per posizioni critiche sui vaccini.

"Io - precisa invece Clementi - non sono né pro né contro i vaccini per ideologia. Guardo solo le evidenze scientifiche e le evidenze scientifiche non supportano la correlazione tra questa patologia e i vaccini. Non è questione di simpatie personali". L'Asst Fatebenefratelli Sacco in cui l'esperto lavora ha un servizio di consulenza terapeutica attivo 24 ore su 24 "a cui si riferiscono i medici che hanno pazienti con farmaci complicati e politerapie, e c'è anche l'analisi sui vaccini. Solo guardando i dati del Buzzi (l'ospedale dei bambini dell'Asst, ndr) abbiamo fatto 44 consulti farmacologici sui vaccini. Siamo attenti al paziente, diamo supporto alle mamme e, a memoria da quando ci sono io, non abbiamo mai avuto un caso di reazione avversa a un vaccino".

Tornando all'encefalomielite acuta disseminata, "anche l'Aifa - conclude Clementi - ci dice che in meno del 5% casi c'è una relazione temporale con la vaccinazione e la si rileva per un vaccino non più in uso e per uno contro l'encefalite giapponese, mentre per altre vaccinazioni è più rara e controversa. L'Aifa sottolinea che nella popolazione pediatrica l'incidenza di Adem da altre cause è di circa 8 volte maggiore di quella osservata dopo i vaccini in studi di farmacovigilanza. Sempre l'agenzia conclude che i dati non confermano un legame con i vaccini sospettati".

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