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Il pediatra: "Più di 11.400 neonati in meno in 2019, crollo al Sud"

08 gennaio 2020 | 16.43
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OSPEDALI MATERNITA' NURSERY CULLE VUOTE (, MILANO - 1989-05-03) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - FOTOGRAMMA
OSPEDALI MATERNITA' NURSERY CULLE VUOTE (, MILANO - 1989-05-03) p.s. la foto e' utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e' stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate - FOTOGRAMMA

di Margherita Lopes

Non accenna a ridursi l'emorragia di nascite nel Belpaese. "Sulla base dei dati diffusi dall'Istat e relativi ai primi otto mesi del 2019, possiamo stimare che nell'arco di tutto l'anno appena trascorso siano venuti alla luce in Italia 11.416 neonati in meno rispetto all'anno precedente. Un crollo che ha colpito in particolare le regioni del Sud, Sicilia in testa". Parola del pediatra Italo Farnetani, ordinario alla Libera università degli Studi di scienze umane e tecnologiche di Malta, che da anni monitora l'andamento della natalità in Italia.

"Se nel 2018 sono nati 439.747 bebè, per il 2019 possiamo stimarne 428.331. Ma se guardiamo alle varie regioni, anche in questo caso emerge un'Italia a più velocità", dice il pediatra all'Adnkronos Salute. Tenendo conto soltanto dei primi 9 mesi del 2019 (e quindi dei numeri dell'Istat), "nel Nord-Ovest c'è stato un calo più contenuto rispetto alle aspettative, e nel Nord-Est la diminuzione ha seguito le attese. Se il Centro Italia resta sostanzialmente stabile, il vero crollo avviene al Sud, dove si concentra il 36% del totale di tutte le perdite dei neonati italiani", sintetizza il pediatra.

In particolare, "in Sicilia si è registrata una perdita dei neonati quasi doppia rispetto all'anno precedente. E se 15 anni fa nell'isola nasceva il 10% dei bebè italiani, ormai siamo al 9,4%". Come leggere questo calo? "Dove c'è lavoro - risponde Farnetani - ci sono le nascite. Se i giovani sono in qualche modo spinti a trasferirsi, la ben nota fuga di cervelli si traduce anche in fuga di culle - conclude il pediatra - Questi dati, però, potrebbero essere utili per studiare interventi mirati a contrastare l'emorragia di nascite".

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