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Covid-19, il sociologo promuove il nome

11 febbraio 2020 | 19.12
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L'analisi di Enrico Finzi: "E' facile da ricordare, suona amichevole e non terrorizza"

(Afp)
(Afp)

di Paola Olgiati

"E' facile da ricordare, suona amichevole e non terrorizza". Il sociologo dei consumi Enrico Finzi definisce "una scelta abbastanza felice" il nome Covid-19, annunciato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per identificare la malattia causata dal nuovo coronavirus cinese all'origine di un'epidemia divenuta nelle ultime settimane caso mediatico, oltre che emergenza sanitaria globale.

L'esperto - che in curriculum vanta numerosi studi sull'arte del 'naming', branca del marketing deputata a trovare la parola giusta per indicare un prodotto, un'azienda, un fenomeno - analizza per l'AdnKronos Salute la denominazione comunicata dall'Oms. Politicamente corretta perché non associabile a un luogo che potrebbe essere 'etichettato' come a rischio', ma non solo: "Da addetto ai lavori - commenta Finzi - ritengo che siano stati abbastanza bravi e abbiano compiuto uno sforzo apprezzabile".

Al di là di come verrà pronunciato nei diversi Paesi ("per esempio 'covaid' in quelli anglosassoni", osserva il sociologo), "il primo vantaggio che rilevo nella scelta del nome Covid-19 è che si tratta di una parola bisillaba: questo la rende più semplice da memorizzare, mentre i nomi lunghi si ricordano meno e generano un senso di confusione". Un altro elemento giudicato "non male" da Finzi è "la presenza di due vocali, O e I, che rispetto alle consonanti suscitano in genere sensazioni positive. Anche se il perché non è chiaro - precisa - le consonanti evocano sentimenti diversi", alcune perfino di diffidenza e ostilità, specie se non vengono molto utilizzate nell'idioma del Paese che le legge.

Alfabeto a parte, piace al sociologo soprattutto "il prefisso CO: in molte lingue, almeno nella maggior parte di quelle occidentali, dà l'idea di collaborazione" e risulta quindi rassicurante. Quanto meno "non terrorizza", anzi "evoca concetti positivi: CO come colloquio, consiglio, consonanza". Si potrebbe pensare anche a CO come conflitto o contagio, ammette Finzi, ma "in fondo il conflitto è pur sempre una forma di confronto". E il contagio - riflette - è il nemico comune contro il quale la Cina sta combattendo insieme alla comunità scientifica internazionale.

"Questo ci riporta alla collaborazione. Credo infatti che, dopo un primo e comprensibile momento iniziale - commenta il sociologo - la collaborazione" da parte del gigante asiatico "c'è e ci sia stata" per intervenire contro l'epidemia con "massima determinazione e risposte adeguate".

A voler cercare un difetto a tutti i costi, l'esperto di naming lo vede nel numero 19: "2019 è l'anno di identificazione del virus, certamente, ma questa malattia viene largamente percepita come un fenomeno del 2020". Tranne che per questo, la promozione è su tutta la linea: "Soprattutto pensando alle difficoltà che comporta lavorare al naming con figure tecniche" e in quanto tali spesso 'rigide', "mi sembra sia stata fatta una buona opera di semplificazione. Non si capisce dove mettere l'accento", ma poco importa: "I media - conclude Finzi - insegneranno la pronuncia corretta".

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