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Coronavirus, Patrizia già malata a Natale ora è donatrice di plasma

08 giugno 2020 | 17.23
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Aveva contratto il virus a dicembre, ben due mesi prima del paziente 1 di Codogno. La scoperta dal test sierologico poche settimane fa e la scelta di aderire per prima alla raccolta di plasma iperimmune dell'Asst Valle Olona

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Era il 25 dicembre 2019, l'esistenza del nuovo coronavirus non era ancora nota al mondo, ma Patrizia si era già ammalata. Solo adesso, dopo che il test sierologico eseguito nelle scorse settimane ha svelato la presenza degli anticorpi anti Sars-CoV-2, riesce a spiegarsi "quel pranzo di Natale" che "non sapeva di nulla: mancava di ogni sapore" perché Covid-19 le aveva 'rubato' il senso del gusto. Ma allora lei non poteva immaginare e dava la colpa ai farmaci che stava prendendo per curare una polmonite con cui ha combattuto fino a metà gennaio.

La storia di Patrizia è una delle tante che potrebbero essere raccontate per supportare una circolazione di Sars-CoV-2 in Lombardia ben prima del 20 febbraio, giorno della diagnosi del 'paziente 1' Mattia. A riferirla è l'Asst Valle Olona perché la protagonista è Patrizia Merlo, coordinatore tecnico del Laboratorio analisi dell'ospedale di Busto Arsizio nel Varesotto, prima volontaria che ha donato il plasma iperimmune dopo che l'azienda socio-sanitaria territoriale ha avviato la raccolta. "Il 27 maggio mi sono sottoposta alla donazione - spiega Patrizia - Per me è un atto dovuto. Lavorando in ospedale, ho vissuto e vivo la tragedia della pandemia. Ho avuto la fortuna di non essermi ammalata gravemente, anzi diciamo pure di essere stata malata inconsapevolmente. Ora voglio dare il mio contributo per la cura di chi soffre".

"Opportunamente trattato secondo standard definiti internazionalmente", il plasma dei guariti da Covid-19 "si comporta come un vero e proprio farmaco: sia nella sua forma originaria sia come fonte di immunoglobuline IgG neutralizzanti il virus - sottolinea Paola Giuliani, direttore sanitario dell'Asst Valle Olona - Il plasma iperimmune è donato da persone che si rendono disponibili volontariamente a sottoporsi a una donazione di plasma. Il sangue viene prelevato e scomposto immediatamente da uno strumento specifico: il plasma è separato dalla parte cellulare del sangue che è reinfusa al donatore. Generalmente si raccolgono 550-700 millilitri di plasma in 45-60 minuti circa. La donazione è sicura e indolore".

"Possono donare solo le persone che sono guarite completamente da Covid 19 - ricorda Giuliani - che hanno anticorpi immunizzanti presenti superiori a un certo valore, sono in ottime condizioni di salute e di età compresa tra 18 e 60 anni. L'intero processo di selezione e donazione complessivamente dura un paio d'ore. Il Servizio Immunotrasfusionale di Asst Valle Olona, diretto da Ambrogio Pagani con la collaborazione di Giovanni Crovetti, effettua le attività di raccolta di plasma iperimmune dopo un'attenta valutazione dei candidati. I donatori sono infatti selezionati secondo criteri chiari e precisi di massima tutela della salute sia del donatore che del ricevente".

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