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Covid, allarme scienziati: "Migliaia morti di disinformazione"

11 agosto 2020 | 16.22
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Studio censisce decessi per aver ingerito alcol, casi di cecità per consumo metanolo e altre pratiche pericolose

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)

Ottocento morti per aver bevuto alcol altamente concentrato nel tentativo di disinfettare l'organismo contro Covid-19, circa 5.900 ricoverati per aver consumato metanolo, con conseguenze che per 60 pazienti sono stati la cecità. Morire di disinformazione si può. E' successo anche questo durante l'emergenza Covid-19. Secondo uno studio pubblicato dall''American Journal of Tropical Medicine and Hygiene' nel mondo sono quantificabili in "migliaia" i decessi "legati alla disinformazione sul coronavirus" Sars-Cov-2, fenomeno che ha spinto altrettante persone a richiedere cure mediche per l'utilizzo scorretto di sostanze tossiche e pratiche pericolose.

Un team internazionale di scienziati provenienti da diversi Paesi tra cui Australia, Giappone e Thailandia ha analizzato dati raccolti tra dicembre 2019 e aprile 2020, in epoca Covid-19. Dalle informazioni raccolte è emerso ad esempio che la disinformazione che circola tra gli utenti dei social media indiani ha spinto molti a consumare urina o sterco di mucca per proteggersi dalle infezioni, mentre in Arabia Saudita l'urina di cammello con la calce è stata spacciata come protezione contro il virus.

Gli scienziati hanno analizzato i dati di 87 Paesi, in 25 lingue e lanciano un appello ai governi e alle organizzazioni internazionali affinché monitorino meglio la disinformazione che corre online. L'invito è a "collaborare con le società del settore social media per diffondere informazioni corrette".

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