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Virologo Clementi: "Immuni non ha avuto fortuna ma App serve contro focolai"

13 agosto 2020 | 13.38
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"Occorre riprenderla in considerazione in prospettiva futura"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Immuni non ha avuto la fortuna che forse avrebbe meritato. Ma un'App come questa serve se vogliamo intercettare il più possibile e circoscrivere in tempi rapidi eventuali focolai". Ne è convinto Massimo Clementi, ordinario di microbiologia e virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che all'Adnkronos Salute spiega: "Giorni fa è emerso che Immuni ha permesso di circoscrivere un focolaio su un treno. Bisognerebbe riprenderla in considerazione in prospettiva futura. E non bisogna aver paura se l'aumento di positivi è legato a tracciamenti più mirati, per esempio guidati dai test sierologici".

Osserva il virologo: "Io penso che non si sia data un'informazione adeguata ai giovani sull'importanza di proteggersi dal coronavirus Sars-Cov-2. Se si dice loro prima 'tutti a casa', poi 'tutti fuori', la prima cosa che fanno i ragazzi è scatenarsi. Ecco perché ritengo che sia necessaria una campagna di comunicazione come quella lanciata più di 30 anni fa sull'Hiv".

Il riferimento è ai tempi in cui l'Italia, come il resto del mondo, era "in piena epidemia di Aids". Erano gli anni '90. Di quella campagna, ricorda l'esperto all'Adnkronos Salute, sono rimaste "immagini iconiche". Come il bacio fra l'immunologo Fernando Aiuti e Rosaria Iardino, sieropositiva. "E' stata un'iniziativa avviata con il contributo statale che ha lasciato il segno nei giovani" di quella generazione. Fra gli specialisti più impegnati nella comunicazione ai giovani figuravano super esperti di Aids come Ferdinando Dianzani, Mauro Moroni. Tutti scomparsi negli ultimi anni.

Un'esperienza simile andrebbe ripetuta oggi con l'emergenza Covid-19, riflette Clementi commentando il dibattito riguardante le discoteche, ma anche i recenti episodi di contagi tra ragazzi rientrati da vacanze in Paesi a rischio. "I giovani non sono stupidi - osserva - le cose le capiscono. Ma va intrapresa un'efficace politica di informazione, che sia capillare, magari fra i banchi. Mi auguro che con la riapertura delle scuole si possa fare anche in quella sede l'attività di sensibilizzazione necessaria".

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