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Covid, Dg Monza: "Ricoveri triplicati ma siamo pronti"

16 ottobre 2020 | 12.21
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Il manager dell'Asst, Mario Alparone: "Se aumentano ancora scatteranno le prime contrazioni sulle attività non urgenti"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Noi con l'ospedale San Gerardo di Monza siamo uno dei 17 hub" citati nel piano ospedaliero Covid della Lombardia "e siamo intervenuti sin da subito, sia per i pazienti sub acuti che per quelli di terapia intensiva. In 10 giorni abbiamo triplicato i ricoveri e ora siamo a quota 74. Di questi, 6 sono in terapia intensiva, 9 sub acuti e il resto sono ricoverati negli altri reparti. E' attiva anche la semi-intensiva dove ne abbiamo circa 14. In questo momento, rispetto a quello che è previsto dalla fase 1 della delibera regionale che regola la gestione di un'eventuale ripartenza" di Covid-19, "siamo a target: abbiamo già raggiunto il livello oltre il quale dobbiamo cominciare a ridurre il resto dell'attività. Cosa che ho scongiurato finora, ma un ulteriore aumento si rifletterà sull'eventuale contrazione delle attività non urgenti. Questo è il tema in discussione in questo momento". A fare il punto sulla situazione è il direttore generale dell'Asst Monza, Mario Alparone.

"Noi siamo attivi e siamo già preparati - tiene a puntualizzare il Dg all'Adnkronos Salute - Abbiamo il nostro programma che era già previsto. Io devo dare accoglienza e curare, devo essere pronto a una situazione di questo tipo e noi lo siamo: per fare un esempio, abbiamo stoccato e messo da parte dispositivi di protezione individuale per un mese in più, oltre le scorte giornaliere. Abbiamo un piano operativo nostro, pronto da un paio di mesi. Io non commento, ma gestisco quello che succede. Lo abbiamo già fatto nella prima occasione dell'emergenza di marzo-aprile con numeri molto più severi. Lo sappiamo fare noi e sa come fare la Regione Lombardia".

Oggi, prosegue Alparone, "osserviamo che i numeri di Covid-19 stanno rapidamente avanzando e non c'è dubbio: in questi giorni vedo fra i 10 e i 15 ingressi al giorno in ospedale, mentre nei precedenti 7 giorni ne avevano 4 o 5. Ma non è stata una cosa successa da un giorno all'altro. Il 3 ottobre i pazienti Covid erano circa 25, il 10 circa 40 e il 15 hanno superato quota 70. C'è stata una crescita nell'arco di 10 giorni e negli ultimi in particolare un'ulteriore accelerazione".

L'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, "sta attivando altri letti per acuti e subacuti - ricorda - Oggi un po' meno severa sembra essere la pressione sulle terapie intensive. Faccio un raffronto con i tempi di massima espansione dell'epidemia: in quel periodo abbiamo gestito fino a 600 pazienti in un solo giorno, con 100 in terapia intensiva; eravamo la terza azienda per numero di posti letto occupati e nel momento di picco massimo a fine marzo-inizio aprile il rapporto fra terapie intensive e ricoveri ordinari era circa il 20%, ora siamo al 10%. E' anche vero che l'età media dei ricoveri si sta abbassando".

Quanto ai pazienti che arrivano, "i nostri specialisti mi dicono che sostanzialmente il livello di complessità è simile, ma siamo un po' più capaci di gestirli e li accogliamo prima. Da un punto di vista farmacologico certi aspetti ora sono più provati, l'esperienza è servita per la gestione di una malattia che resta ampiamente sconosciuta ancora oggi. Sul fronte organizzativo si può dire lo stesso: abbiamo gestito circa 1.800 pazienti durante tutto il periodo pandemico, e 350 da fuori provincia perché aiutavamo le zone rosse. L'esperienza c'è. E adesso - osserva però il manager - nella zona rossa sembriamo esserci noi, Milano e Monza, e in parte Varese. Ma come sanità ci siamo e siamo pronti".

Per quanto riguarda i contagi, osserva Alparone, "non sono un epidemiologo, ma leggo la situazione di Monza e Milano come quella di due province molto vicine e vedo che i miei colleghi degli ospedali milanesi, come per esempio il Niguarda, hanno la stessa mia situazione. Vivono lo stesso tipo di diffusione della malattia con numeri ovviamente più grandi dei nostri. E' una situazione che ha come epicentro Milano e la sua provincia Nord. Anche se noi grandi ospedali eravamo pronti, speriamo che il virus allenti la morsa".

Alparone non entra nel merito delle misure in discussione in questi giorni, ma richiama l'importanza del rispetto delle regole anti contagio. "Come al solito i comportamenti individuali fanno la differenza. Abbiamo avuto una riduzione così importante nella fase critica della prima ondata perché i comportamenti sono stati molti rigorosi. Non si ripete tutto questo mai abbastanza: evitiamo gli assembramenti, stiamo attenti a lavaggio mani e mascherine. Io per esempio la indosso anche adesso che sono solo in ufficio. Sono avvertenze importanti che bisogna riprendere e insistere sull'attività di testing con i tamponi".

A Monza questa attività "è incrementata molto. Se prima processavamo 800 tamponi, adesso siamo a 1.600 e possiamo arrivare fino a 2.000", rispondendo anche alla richiesta dell'assessorato regionale al Welfare. "Ieri - riferisce il Dg dell'Asst monzese - in ospedale il numero di tamponi eseguiti ha superato ampiamente quota 1.200, metà dei quali è stato eseguito nel drive-through. Ne stiamo aprendo anche un secondo a Limbiate dove canalizzerermo la parte scolastica relativa ai rientri negli istituti per diversificare anche geograficamente i flussi. Siamo dunque un'azienda in piena espansione dal punto di vista dei servizi che deve offrire alla sua popolazione di riferimento".

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