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Bassetti: "Calma e sangue freddo, chi alimenta preoccupazioni è un terrorista"

17 ottobre 2020 | 16.59
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"Il virus si può e deve sconfiggere e la paura può essere solo un ostacolo che io non cavalcherò mai"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Il virus si può e deve sconfiggere e la paura può essere solo un ostacolo che io non cavalcherò mai". Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, componente della task force Covid-19 della Regione Liguria, rivendica così in un lungo post su Facebook il fatto di aver "sempre voluto infondere al prossimo" un messaggio di "speranza e serenità", e nega di aver "mai detto che il virus sarebbe morto a giugno". Ciò premesso, aggiunge, "chi alimenta le preoccupazioni della gente è un terrorista. Invece mai come in questo momento ci vogliono calma e sangue freddo".

"C'è una sostanziale differenza tra chi parla e scrive sui social o alcuni giornali, spinto dall'emotività del momento o da strumentalizzazioni politiche, e chi parla e scrive avendo di fronte la realtà dei fatti: si chiama esperienza, ottenuta studiando sui libri e sul campo", tiene a puntualizzare l'infettivologo. "Ed è quella che in queste ore mi permette di affrontare a testa alta il linciaggio mediatico a cui gli odiatori seriali, la maggior parte fake, mi hanno sottoposto. Io in questi mesi ho studiato la malattia e vissuto a stretto contatto con lei - sottolinea - Ho lottato al fianco dei miei pazienti per sconfiggerla e la maggior parte delle volte ce l'abbiamo fatta, insieme. E l'abbiamo fatto in corsia, dove spesso a parlare sono solo gli occhi, pieni di paure e di richieste di aiuto che spesso, grazie all'immenso lavoro della mia grande squadra di medici e infermieri, si trasformavano in speranza e poi in serenità". La stessa che Bassetti dice aver voluto trasmettere "giorno dopo giorno. E anche oggi, che tutto sembra tornare nero, lo sostengo con convinzione".

"Le scelte prese e le mie considerazioni sono solo frutto di dati scientifici e di ore passate in corsia - ripete lo specialista - Dispiace per chi, evidentemente pagato per farlo, punti a screditarmi soffiando sulle legittime paure della gente".

"Le battaglie non sono tutte uguali - ragiona Bassetti - Il nemico muta, si nasconde, riappare. E così anche le strategie per sconfiggerlo. Ieri ho detto una cosa semplice, strumentalmente equivocata: ritengo che applicare il modello Spezia a tutta Italia sia utile al contenimento del virus, alla gestione ospedaliera e alla stabilità economica del Paese. Servono interventi mirati e misure stringenti in quelle città o in quei quartieri dove vi è maggiore percentuale di contagio. Solo così possiamo mantenere un equilibrio, già precario, per il bene di tutti, circoscrivendo il virus senza condannare a fine certa le nostre attività".

"Chi ha interpretato male le mie parole è in malafede", sostiene l'infettivologo. "Io resto a disposizione della mia Regione e del Governo con cui il dialogo è costante, anche in queste ore di decisioni importanti, in un'ottica di grande collaborazione e con il grande spirito di servizio con cui ogni giorno vado in reparto dai miei pazienti. Non sarà facile, ma ce la faremo - è convinto l'esperto - e finalmente potremo sorridere dietro le nostre mascherine".

In conclusione un "Ps. Come vedete non ho mai detto che il virus sarebbe morto a giugno. Ecco la smentita ufficiale che lo prova", conclude Bassetti postando la foto di una rettifica di 'Libero'.

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