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L'allarme: "Mortalità non Covid aumenterà"

20 ottobre 2020 | 15.30
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La preoccupazione di oncologi, cardiologi ed ematologi. Indolfi: "Sanità rischia di fare più morti del virus"

(Afp)
(Afp)

Oncologi, cardiologi ed ematologi preoccupati per gli effetti della seconda ondata sui pazienti fragili, circa 11 milioni di italiani. Una nuova riduzione dell'assistenza alle persone colpite dalle patologie croniche più diffuse e mancati screening rischiano di far crescere la mortalità 'no Covid', come già accaduto nella prima ondata dell'emergenza coronavirus. A lanciare l'allarme, insieme a un appello alle istituzioni per evitare 'danni collaterali' sanitari dell'epidemia di Sars-CoV-2, è la neonata Confederazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi, la 'Foce', presentata questa mattina in una conferenza online. Una formazione nata proprio per tutelare i pazienti che rischiano di essere vittime indirette della pandemia, per "la mancata organizzazione e gestione degli ospedali".

"Nel settore dell'ematologia - ha spiegato Fabrizio Pane, tesoriere Foce - i progressi hanno permesso di cronicizzare alcune malattie. Ma sono tutti pazienti che vanno assistiti con terapie croniche. Non vorrei accorgermi, ma temo che sarà così, che in molti settori si registreranno passi indietro sull'aspettativa di vita. Questo per un'assenza di organizzazione. Penso che la seconda ondata doveva essere gestita diversamente, serve un'organizzazione complessa. Vediamo che già mancano medici, infermieri, personale di supporto. Nel periodo che è passato tra la fine del lockdown e oggi questa organizzazione non è stata messa a punto. Su questo punto Foce dovrà fare pressione per l'attuazione di meccanismi che, in ogni caso, serviranno anche in futuro".

Anche in cardiologia, molto colpita nella prima fase dell'epidemia, si temono 'effetti collaterali' seri. "La Società italiana di cardiologia (Sic) - ha ricordato Ciro Indolfi, vicepresidente Foce e presidente Sic - a marzo è stata la prima al mondo a denunciare, in cardiologia, la riduzione di ricoveri per infarto e l'aumento della mortalità, sempre per infarto, di 3 volte. Siamo tornati a una cardiologia, a marzo scorso, di 20 anni fa, perché i pazienti non andavano in ospedale, preferivano stare a casa piuttosto che chiamare il 118. Pensavamo che questa fase 1 sarebbe stata seguita da una fase 2, in cui bisognava recuperare 3 milioni di visite cardiologiche che non sono state fatte. Ma ahimè quella fase 1 si sta replicando adesso: stiamo assistendo, in piccolo, alle stesse cose. Come cardiologia, quindi, torniamo a denunciare che c'è una difficoltà a recuperare le visite non effettuate. La sanità ai tempi del Covid rischierà di fare più morti del virus".

Anche in oncologia l'aumento della mortalità è già scritta, ha evidenziato Francesco Cognetti, presidente Foce. "Un'analisi che confronta il gennaio-maggio 2019 con lo stesso periodo del 2020, in termini di screening, quindi di diagnosi precoce, ci dice che sono circa 3.953 adenomi avanzati rilevati di meno. E quindi questi adenomi che non sono stati diagnosticati diventeranno tumori".

Non solo, "si stima - ha continuato lo specialista - che ci saranno diagnosi tardive di almeno 600 casi di cancro al colon-retto. Per il cancro della cervice sono 1.665 le diagnosi precoci mancate rispetto all'anno precedente, come si stima una perdita di 2.000 casi di tumori della mammella. La diagnosi tardiva quindi comporterà un aumento di mortalità per questi tumori".

Un aumento di decessi, già calcolati negli Usa, "di circa 10mila pazienti in più all'anno. E in Gran Bretagna si è calcolato il 16% in più di mortalità di tumori del colon e un 10% in per i tumori della mammella", conclude Cognetti sottolineando l'obiettivo di Foce di offrire ai decisori politici l'expertise dei medici a tutela dei propri pazienti.

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