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"Variante covid preoccupa per impennata casi", lo psichiatra italiano in Gb

23 dicembre 2020 | 11.01
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Afp
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"C'è una forte preoccupazione qui in Gran Bretagna per la variante 'inglese', e questo perché stiamo vedendo un forte e rapido aumento dei casi di Covid-19 ricoverati: per avere un'idea, due settimane fa a Londra erano il 27% di tutti i pazienti in ospedale, adesso sono il 55%". E' la testimonianza all'Adnkronos Salute di Antonio Metastasio, psichiatra italiano del National Health Service britannico che vive a Cambridge e che, tra l'altro, ha partecipato alla sperimentazione del vaccino sviluppato da AstraZeneca in collaborazione con Università di Oxford e Irbm di Pomezia.

"La situazione qui è abbastanza critica, la nuova variante sembra più contagiosa. I numeri stanno salendo anche da noi, e se nel mio ospedale al momento abbiamo 3 reparti con pazienti Covid, contiamo di raddoppiarli dopo Natale e Capodanno". Quanto alla campagna di vaccinazione, partita in Gran Bretagna in tempi record, "più che altro è stato un inizio simbolico. Le dosi sono ancora poche. E tra l'altro - aggiunge Metastasio - io non so ancora se ho assunto il vaccino AstraZeneca o il placebo, perché il trial era in doppio cieco. Lo scoprirò una volta chiamato per la campagna di vaccinazione".

Ma i tempi potrebbero non essere brevi. "Ieri sono state offerte al nostro Trust 60 dosi di vaccino - racconta lo psichiatra - e consideri che da noi lavorano migliaia di operatori. Le dosi disponibili sono ancora poche. Spero comunque di venir chiamato il prima possibile e di scoprire se ho già fatto il vaccino".

A preoccupare il ricercatore italiano è l'andamento del contagio. "In ospedale vediamo un numero di pazienti peggiore di quello di marzo, e questo nonostante oggi sappiamo curare meglio la malattia. Ciò indica che il numero reale di contagiati è più alto". Ci avviciniamo comunque alla fine di questo pesante 2021. "Il mio auspicio per il 2021 - confida Metastasio - è che l'epidemia venga finalmente posta sotto controllo, grazie alla vaccinazione. Temo che non sarà l'anno della risoluzione conclusiva della pandemia, perché dovremo tenere d'occhio tanti aspetti, fra cui quello della mutazione. Ma la speranza - conclude - è quella di ritrovare una certa normalità".

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