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Saluti romani a corteo per Sergio Ramelli: tutti assolti in appello

13 settembre 2019 | 17.41
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Saluti romani a corteo per Sergio Ramelli: tutti assolti in appello

Tutti assolti in Appello i 16 imputati accusati di apologia di fascismo finiti a processo per aver partecipato, nel 2013, alla commemorazione di Sergio Ramelli, il militante del Fronte della Gioventù morto, a soli 18 anni, il 29 aprile 1975, dopo essere stato brutalmente aggredito a colpi di chiave inglese da militanti di Avanguardia Operaia a Milano.

La decisione è della IV Sezione della Corte d'Appello di Milano, che ha ribaltato la decisione presa in primo grado dal Tribunale, che aveva condannato gli imputati, tra cui diversi esponenti di Forza nuova e CasaPound (oltre al cantante e scrittore Federico Goglio, in arte Skoll), a un mese di reclusione, 250 euro di multa e un risarcimento di 12mila euro all'Anpi.

Ai 16 era contestata la violazione dell'articolo 5 della legge Scelba per aver fatto il saluto romano in seguito alla 'chiamata del presente' in ricordo di Sergio Ramelli e di altri due esponenti di destra, Enrico Pedenovi, ucciso il 29 aprile 1976 a Milano da un commando di Prima Linea, e Carlo Borsani, assassinato dai partigiani il 29 aprile 1945.

Il pm aveva chiesto la conferma delle condanne, ma la Corte di Appello, dopo oltre due ore di camera di consiglio, ha deciso per l'assoluzione di tutti gli imputati.

La Russa - "Un'altra assoluzione, due su due. La dedico al mio amico Fiano, perché è venuto il tempo di distinguere il grano dal loglio: una cosa è il rispetto e la tutela dell'ordine democratico e un'altra inseguire fantasmi che non esistono", ha affermato all'Adnkronos il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa, che, da avvocato, è parte del collegio legale che ha difeso davanti alla Corte d'Appello di Milano i 16 militanti.
"E' davvero un azzardo - aggiunge La Russa - voler continuare a sostenere che una commemorazione di tre persone, morte, tra l'altro non casualmente, lo stesso giorno (Pedenovi fu ucciso mentre si preparava a partecipare alla manifestazione per Ramelli l'anno dopo l'omicidio), metta in pericolo il nostro ordinamento democratico. Anzi, alla Corte dico che se proprio si cerca una motivazione politica è quella di rimarcare la ferocia con cui negli anni 70 la violenza terrorista di sinistra ha colpito gli avversari politici e si è abbattuta sui militanti di destra".

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