"Non saranno altre armi a fermare la guerra"
"Spero che quello di Draghi a Washington sia un viaggio che porterà pace e cessate il fuoco, più che armi e nuovo conflitto. Mi sembra che i due contendenti (Putin e Zelensky, ndr) siano più disponibili a dialogare, spero che qualcuno lontano dal tavolo non abbia voglia di non farceli sedere al tavolo". Lo ha detto il segretario della Lega Matteo Salvini, partecipando a una conferenza stampa sulla giustizia presso la sede del Partito radicale.
"Al presidente Draghi ho chiesto di portare negli Stati Uniti la voglia degli italiani di pace. Dopo quasi tre mesi di guerra, decine di migliaia di morti, non saranno altre armi a fermare la guerra e ad avvicinare la pace" ha risposto ai cronisti il leader della Lega.
Salvini ha poi osservato che "è un momento un po' particolare, c'è la guerra, la coda della pandemia, una crisi economica che sarà devastante. Rischia di essere un autunno e un inverno freddo dal punto di vista del riscaldamento, ma molto caldo dal punto di vista del lavoro".
Quanto alla giustizia, con i referendum del 12 giugno "andiamo a mani nude contro il sistema", ha detto Salvini. Lega e il Partito radicale, ha sottolineato l'ex ministro dell'Interno, sono "partiti soli come partiti e siamo arrivati soli come partiti. Vuol dire che a tutti gli altri va bene così?".
"Abbiamo un debito pubblico di sei milioni di giudizi pendenti: se innocenti è una barbarie, se colpevoli è una follia" ha scandito il leader della Lega.
"Il 12 giugno gli italiani possono rivoluzionare la giustizia - ha sottolineato - Ci sono cinque referendum che potranno finalmente accorciare i tempi dei processi: chi sbaglia paga, separazione delle carriere, fuori le correnti della politica dai tribunali. Bisogna andare a votare e conto che in tanti lo facciano".
