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Salvini ad Arcore per patto repubblicano con il Cav

31 gennaio 2022 | 20.04
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Ira di Meloni: "Io non mi adeguo"

Immagine d'archivio (Fotogramma)
Immagine d'archivio (Fotogramma)

Alla vigilia del consiglio federale, Matteo Salvini se ne va ad Arcore a trovare Silvio Berlusconi, per "una visita affettuosa", che rinnova la "vicinanza politica e umana" tra i due. Un incontro voluto nel giorno in cui il leghista ha scritto una lettera aperta al 'Giornale' per rilanciare la federazione sul modello del 'partito repubblicano americano'. Federazione-partito che in serata fonti di Lega e Fi ricordano come sia un vecchio pallino dello stesso Cavaliere, con riferimento a quanto detto da Berlusconi da ultimo lo scorso giugno, quando, rivolto ai forzisti riuniti a Castione della Presolana, in Val Seriana, spiegò che "il nostro compito è costruire un 'partito repubblicano' sul modello americano, nel quale il centro e la destra democratica si trovino insieme per governare il paese". Intervento in cui si spiegava come la deadline fosse il 2023.

I conti ora tornano, domani Salvini svelerà ai suoi il cammino comune del centrodestra di governo per arrivare alle prossime politiche. Non c'è ancora lo statuto della nuova alleanza, ma i paletti sono chiari: né trasformisti, né estremisti. Matteo Salvini, dalla sede storica della Lega di Via Bellerio, chiarirà ai suoi il progetto, tra sogno 'repubblicano' e allargamento della maglia leghista a chi, tra azzurri e centristi, vorrà essere nel nuovo rassemblement.

Schieramento che Giorgia Meloni non vuole e non può prendere in considerazione dopo lo strappo con gli alleati che hanno ceduto a Mattarella: "Non intendo fare buon viso a cattivo gioco", dice la presidente di Fdi, aggiungendo che quello che ha fatto Salvini "è folle". "Oggi ho difficoltà, voglio chiedere chiarezza, se si sta nel centrodestra non si può scegliere il centrosinistra, tra l'alleanza di centrodestra e alleanza di governo si è scelta quest'ultima", ha tuonato in tv, ospite di Quarta Repubblica. Poi sul governo avverte: "Io non mi adeguo, prima o poi la democrazia tornerà".

Il 'volantino' di Salvini resta così nella buca della posta, nessuno in Fdi lo vuole prendere in considerazione, almeno per ora, almeno fino a che le tossine dello showdown quirinalizio non siano eliminate. Ignazio La Russa, braccio destro della Meloni, invita Salvini "a prendersi una bella pausa di riflessione e a leccarsi le ferite". Poi si vedrà. Ribatte a Salvini anche Giovanbattista Fazzolari, responsabile nazionale del programma di Fdi, che ironizza sul plagio di Salvini, "visto che già ad Atreju a dicembre, Meloni aveva lanciato la proposta del partito repubblicano".

Dentro il partito repubblicano stile Usa non ci saranno "trasformisti dell'ultim'ora ed estremisti legati a ideologie sconfitte dalla Storia che antepongono vittorie di Pirro al bene comune solamente per sollevare ulteriori tensioni", precisano duri i due capigruppo di Senato e Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. Salvini alzerà la posta anche al governo, dove c'è attesa per l'incontro di Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti con Mario Draghi. Incontro che doveva esserci proprio oggi, ma è saltato all'ultimo momento, con Salvini che si è arroccato nella sua Milano - con trasferta ad Arcore - pronto a rilanciare la federazione con chi vuole starci "ma senza pregare nessuno".

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