Roma, 12 mar (Adnkronos Salute) - Non lasciare nessun detenuto senza cura ma chiudere gli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) italiani, una categoria di istituti che a metà degli anni '70 ha sostituito i vecchi manicomi criminali, con una 'road map' che garantisca tempi certi. E' la proposta lanciata oggi dalla Società italiana di psichiatria (Sip) in una conferenza stampa alla Camera. Le linee guida da seguire per raggiungere l'obiettivo sono - secondo la Sip - il monitoraggio dei percorsi di cura, lo 'stop' all’invio di pazienti alle strutture ancora operative, la realizzazione nelle carceri di sezioni dedicate ai malati, l'aumento dell’assistenza ambulatoriale dei dipartimenti di salute mentale nelle carceri. Così da chiudere un Opg ogni sei mesi.
Secondo gli psichiatri, in prima linea nell'assistenza sanitaria in carcere, per gli oltre 1.000 detenuti con malattie psichiche che si trovano sottoposti a regime carcerario negli ospedali psichiatrici giudiziari italiani servono tempi brevi e maggiori certezze, ma senza rischi sociali. Esattamente un anno fa il Parlamento votava la chiusura degli Opg entro un anno, ma ad oggi le Regioni ancora non sono pronte e molto probabilmente dovrà essere valutata dal Parlamento una proroga allo stop.
"Il superamento culturale e reale dell’Opg - spiega Claudio Mencacci, presidente della Sip e direttore del Dipartimento di salute mentale e neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano - parte proprio con la cancellazione del concetto di sociale pericolosità psichiatrica e quindi con l’abolizione delle misure di sicurezza psichiatriche così come sono concepite oggi, con gli Opg aperti". (segue)