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Sanita': epidemia ebola in Guinea, Msf lancia risposta di emergenza

27 marzo 2014 | 11.15
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Roma, 27 mar. (Adnkronos Salute) - L'epidemia di ebola in Guinea, con almeno 86 casi sospetti e 60 morti, ha spinto Medici senza frontiere (Msf) a lanciare un intervento di emergenza. Ventiquattro persone di Msf tra medici, infermieri, logisti ed esperti di salute e igiene sono già nel Paese, mentre altro staff di supporto rafforzerà il team nei prossimi giorni. La priorità delle équipe sul terreno è di identificare i pazienti con sintomi dell'ebola e isolarli, oltre a fornire cure di prima qualità.

In collaborazione con il ministero della Salute, Msf ha creato una struttura d'isolamento a Guéckédou e ne sta approntando un'altra a Macenta, nella regione Forestière nel sud della Guinea. Equipe mobili stanno anche analizzando la situazione a Kissidougou e Nzérékoré e stanno monitorando molto attentamente i paesi confinanti, in particolare la Sierra Leone e la Liberia, dove casi sospetti sono stati registrati. Le unità di isolamento "sono essenziali per prevenire la diffusione della malattia, che è altamente contagiosa", ricorda Msf che sta attualmente inviando 33 tonnellate di materiale in Guinea su due aerei cargo in partenza da Belgio e Francia, contenenti medicine, equipaggiamento medico e materiale necessario per l’isolamento dei pazienti e per adottare le misure sanitarie e proteggere le nostre équipe.

La febbre emorragica da ebola è una rara, ma seria malattia che si diffonde rapidamente attraverso il contatto diretto con persone e animali infetti e con loro secrezioni (sangue, urine, latte materno), e spesso è mortale. L'ultima epidemia di ebola ha ucciso decine di persone nell'estate del 2012 in Uganda e Repubblica Democratica del Congo. Da quando è stato scoperto nel 1976, sono stati registrati circa 2.200 casi. Di questi, 1.500 sono stati fatali. "Tuttavia, casi sporadici e perfino epidemie si sono sicuramente verificati senza essere stati notati, perché scoppiate in zone remote dove manca l'accesso alle cure mediche", concludono gli operatori di Msf.

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