Roma, 25 feb. (Adnkronos Salute) - "Reati gravi come la violenza sessuale e i maltrattamenti in famiglia, sono incompatibili con l'esercizio della professione medica". E' quanto afferma all'Adnkronos Salute il segretario nazionale della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Luigi Conte, commentando la sentenza della Cassazione che ha accolto il ricorso di un medico cancellato dall'Ordine di Monza Bianza, a seguito di una condanna a cinque anni per violenza sessuale in ambito familiare.
Di fatto, la Suprema Corte stabilisce che un reato grave, con tanto di condanna, non è ragione sufficiente per espellere un medico dalla professione. Se prima non si prova che questa condotta ha rilevanza nello svolgimento della professione, il camice bianco può continuare ad esercitare e non va cancellato dall'Albo. Secondo il segretario nazionale della Fnomceo, però, reati di questa gravità "minano le fondamenta del rapporto fiduciario tra il medico e il paziente". Per Conte, quindi, "una condotta di questo tipo è incompatibile con l'esercizio della professione".
