cerca CERCA
Sabato 20 Aprile 2024
Aggiornato: 00:03
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Sanità, Fnopi: in Italia mancano 50-60mila infermieri, sotto media Ue

12 maggio 2021 | 16.25
LETTURA: 2 minuti

Sanità, Fnopi: in Italia mancano 50-60mila infermieri, sotto media Ue

Sono stati fondamentali nella lotta al Covid, ma in Italia c'è una carenza di infermieri. "In Italia mancano tra i 50 e i 60mila infermieri, secondo i dati Eurostat, l'Ufficio Statistico dell'Unione Europea, nel 2016, l’Italia aveva 557 infermieri ogni 100mila abitanti (negli anni successivi sono diminuiti), mentre sei Paesi dell’Ue 28, tra cui i maggiori partner (come Germania e Francia), superavano i 1.000 (dai 1.172 del Lussemburgo ai 1.019 della Francia) e altri sette, tra cui il Regno Unito, erano comunque tra i 981 infermieri per 100mila abitanti della Danimarca e i 610 dell’Estonia". Lo evidenzia la Fnopi (la Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche) in occasione della Giornata mondiale dell'infermiere, in un report in cui sono stati elaborati i dati dell'Inail e dell'Istat.

Secondo il Profilo della Sanità 2019 dell’Italia pubblicato dall’Ocse e dalla Commissione Europea nel 2020, "il numero dei medici in Italia, è superiore alla media dell’Ue: 4 rispetto al 3,6 per mille abitanti nel 2017 (ma calano i medici di famiglia e, comunque, la loro età media è superiore ai 55 anni) mentre - rimarca la Fnopi - si impiegano meno infermieri rispetto a quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale (a eccezione della Spagna) e il loro numero è notevolmente inferiore alla media dell’Ue (5,8 infermieri per 1.000 abitanti contro gli 8,5 dell’Ue)".

"Dall’ultimo contratto, prima di quello del 2018, per ragioni di contenimento economico, si sono susseguiti numerosi blocchi del turnover (il ricambio fisiologico del personale) superati solo dai provvedimenti introdotti dal Dl Crescita nel 2019 - avvertono gli infermieri - Considerando che in anni intermedi (nel 2017 ad esempio) la carenza è stata anche maggiore".

L'emergenza pandemia ha rilanciato la necessità di invertire questa tendenza. "Tra i provvedimenti e gli interventi in emergenza che si sono susseguiti nel periodo della pandemia, uno in particolare, il decreto Rilancio (legge 44 del 2020), ha previsto l’integrazione degli organici infermieristici, prima con contratti flessibili, poi, dal 2021, con contratti a tempo indeterminato. In particolare, per quanto riguarda l’infermiere di famiglia/comunità, che ha un ruolo forte sul territorio anche secondo le previsioni del Recovery Plan inviato a Bruxelles", rilancia la Fnopi.

"Tuttavia, l’intervento, seppure assolutamente meritorio, è parziale e copre le necessità legate all’emergenza, perché, parametrando il numero di cronici e non autosufficienti alle necessità espresse di assistenza territoriale - evidenziano gli infermieri - Come Fnopi abbiamo quantificato un numero ottimale a regime di Infermieri di famiglia/comunità circa doppio rispetto a quello finora programmato".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza