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Sanita': Gimbe, revisione Titolo V necessaria ma non sufficiente

01 aprile 2014 | 18.52
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Roma, 1 apr. (Adnkronos Salute) - La revisione del Titolo V è "necessaria, ma non sufficiente". La Fondazione Gimbe commenta così le proposte del Governo di restyling del Titolo V della Costituzione, secondo cui la sanità rientra fra le materia di competenza delle Regioni, che hanno la potestà legislativa esclusiva. "L’eliminazione della legislazione concorrente Stato e Regioni dovrebbe porre fine alla eccessiva frammentazione che oggi rappresenta un fattore di grave complicazione istituzionale", osserva il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta. Con l'effetto di "facilitare quella leale collaborazione tra Stato e Regioni, indispensabile per garantire il diritto costituzionale alla salute e la responsabilità pubblica della sua tutela".

"Tuttavia - prosegue Cartabellotta - la revisione del Titolo V è necessaria, ma non sufficiente perché è indispensabile potenziare le capacità di indirizzo e verifica dello Stato sui 21 servizi sanitari regionali, attraverso quattro interventi finalizzati a prevenire le diseguaglianze regionali in termini di offerta di servizi e prestazioni sanitarie, di appropriatezza di processi clinici e organizzativi e di esiti di salute: ridefinizione a livello nazionale dei requisiti minimi di accreditamento per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private e conseguente verifica; ridefinizione e aggiornamento dei Lea articolando, oltre che i livelli, i sottolivelli e i servizi, anche le prestazioni e le procedure, definizione di un set multidimensionale di indicatori condiviso con le Regioni, per valutare le performance sanitarie in tutto il territorio nazionale utilizzando le stesse 'unità di misura'".

E ancora, sono necessari la "produzione e il continuo aggiornamento di standard nazionali, quali linee guida, report di health technology assessment, strumenti decisionali per i pazienti, che sintetizzino le migliori evidenze disponibili per guidare pianificazione e organizzazione dei servizi sanitari, pratica clinica e informazione dei cittadini". Non solo. "Considerare la verifica dei Lea un aspetto esclusivamente tecnico, non citandola nella riforma del Titolo V, rischia (involontariamente?) di indebolire ulteriormente lo Stato, legittimando le peggiori autonomie regionali, oggi di fatto rafforzate dalla eliminazione della legislazione concorrente". la Fondazione propone, dunque, di riformulare la dicitura dell’articolo 117 in "determinazione e verifica dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale".

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