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Sanita' Lazio: allarme Hiv, oltre 8 nuovi casi per 100mila residenti nella Regione (2)

24 maggio 2014 | 16.08
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(Adnkronos Salute) - "In questo scenario – spiega Massimo Andreoni, presidente del Congresso e presidente Simit - la Conferenza italiana sull’Aids, Icar, nel quale accanto ad illustri scienziati provenienti dal tutto il mondo saranno i giovani ricercatori italiani a presentare i risultati della loro ricerca. Infatti, gran parte del convegno sarà dedicato alla presentazione di studi condotti in Italia da circa 100 giovani ricercatori selezionati per le ricerche svolte. La conferenza quest’anno vede partecipare più di mille delegati di cui il 45% rappresentato da donne".

"Il Lazio rappresenta una delle regioni maggiormente colpite – aggiunge Andreoni - con una incidenza di nuovi casi di infezione di HIV pari a 8,8 casi per 100.000 persone residenti. Nella nostra regione sono stati segnalati circa 10.000 casi di Aids. In conclusione, la sensazione che si percepisce è che la nuove possibilità terapeutiche che rendono oggi questa malattia controllabile nella maggior parte dei casi e un ridotto interesse da parte dei media abbia determinato una perdita di attenzione da parte della popolazione alla trasmissione di questa malattia. E’ utile ricordare che i farmaci che oggi possediamo sono estremamente efficaci ma non in grado di eradicare l’infezione e quindi il trattamento della malattia deve essere considerato cronico per tutta la vita con le conseguenze che questo può determinare".

"La sensazione di noi specialisti è che le denunce di infezione possano essere sottostimate rispetto ai casi effettivi", aggiunge Federico Perno, docente di Virologia università di Roma Tor Vergata. "Al di là dei numeri - continua lo specialista - ciò che ci colpisce sono le nuove popolazioni: aumentano le infezioni per i giovani omosessuali, che pensavamo protetti dalle campagne d’informazione. Inoltre l’Italia è tra i fanalini di coda in Europa come tempo della diagnosi: è troppo tardiva, in fase avanzata, e questo significa minori chance di tornare alla normalità anche con una terapia antivirale efficace, nonché maggiori chance di contagio di altre persone nel lungo periodo che intercorre tra l’infezione e la diagnosi (tardiva). La colpa è, purtroppo, semplice: la totale assenza della percezione della malattia e la completa incoscienza di fronte alla sua gravità".

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