cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 18:36
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Sanita': logopedisti, in bimbi stranieri disturbi linguaggio spesso confusi

01 marzo 2014 | 13.11
LETTURA: 3 minuti

Roma, 1 mar. (Adnkronos Salute) - I disturbi di linguaggio dei bimbi stranieri sono spesso scambiati con difficoltà di apprendimento di una nuova lingua, sottovalutando i campanelli d'allarme. Un problema che riguarda un 'esercito' di bimbi: degli 800 mila studenti di nazionalità estera, infatti circa 300 mila frequentano le scuole elementari e di questi cira il 7%, ovvero 20 mila alunni, avrebbero bisogno di visite e interventi ad hoc. E' la stima della Federazione logopedisti italiani che organizza una settimana di informazioni – dal 3 al 7 marzo, dalle 10 alle 12 – con numero verde, email, web, opuscoli e una locandina digitale da condividere sui social network.

"Per tutte le lingue del mondo" è lo slogan della campagna organizzata in occasione della Giornata Europea - in calendario il 6 marzo - del Cplol (il Comitato europeo della logopedia), dedicata al 'multilinguismo', una condizione legata principalmente al fenomeno dell'immigrazione e che vede maggiormente coinvolti bambini in età scolare e prescolare. Nel loro caso spesso i disturbi del linguaggio vengono scambiati solamente per difficoltà ad apprendere la nuova lingua e non viene dato il necessario peso al problema. Purtroppo, pero', la presenza di un piccolo disturbo può creare a questi bambini enormi difficoltà di gestione del linguaggio e conseguente isolamento sociale all’asilo e a scuola e quindi nella vita successiva. Si tratta di un fenomeno non solo italiano, ma europeo. Non a caso anche la Federazione logopedisti italiani dedica la Giornata Europea della Logopedia 2014 al tema del multilinguismo e della multiculturalità.

"Fenomeni come il passare da una lingua all'altra o il restare a lungo in silenzio in classe – spiega Tiziana Rossetto, presidente della Fli – sono normali nel bambino bilingue e non devono far sospettare un disturbo del linguaggio. Generalmente, occorrono 2 anni di permanenza in un Paese per raggiungere una buona capacità conversazionale, ma se dopo 6 mesi di permanenza in Italia, il bambino non è per niente in grado di esprimersi in italiano, è necessario un approfondimento. Bisogna prestare attenzione innanzi tutto a come il bambino parla nella sua lingua madre. Difficoltà nel fare questo, riferite dai genitori o da altra persona fluente in tale lingua, richiedono un'attenzione immediata e la valutazione del logopedista". (segue)

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza