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Sanita' Lombardia: donazione beni dismessi, braccio di ferro Regione-Biteb (3)

30 aprile 2014 | 19.34
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(Adnkronos Salute) - Per il Biteb, invece, le apparecchiature biomediche donate attraverso l'organizzazione "sono praticamente il doppio: 1.600". In totale, prosegue Cesari, sono stati donati beni "per un valore di 11 milioni di euro, con un risparmio valutato per le aziende ospedaliere di 1,8 milioni, perché donare costa meno che rottamare e le strutture risparmiano anche nelle spese di manutenzione. E soprattutto, prima che ci venisse affidato l'incarico, la Regione viaggiava al ritmo di 20-30 apparecchiature donate".

Il progetto di legge propone l'abrogazione della legge del 2001 e una modifica alla legge 33 (il testo unico sulle leggi regionali in materia di sanità), in cui si spiega che "la Regione promuove e coordina, per fini umanitari in Italia e all'estero, o per altri scopi comunque non lucrativi, l'utilizzo del patrimonio mobiliare dismesso dalle strutture sanitarie e socio-sanitarie, pubbliche e private". E si dà mandato alla Giunta di fornire indicazioni operative. Nel provvedimento al vaglio della Commissione vengono solo delineati i criteri: adesione volontaria alla procedura, per beni funzionanti e liberi da vincoli di contabilità, cessione a titolo gratuito. Si elencano anche gli enti che possono far richiesta per accedere ai beni dismessi.

Cesari aggiunge che "in realtà il sistema è complesso. Noi abbiamo personale qualificato che disinstalla e verifica la sicurezza elettrica e la funzionalità delle apparecchiature e valuta anche se il destinatario è in condizione di riutilizzarla". L'organizzazione di volontariato è "nata da una tragedia - racconta Cesari - Lo schianto dell'aereo sul Pirellone nel 2002. Abbiamo rimesso a nuovo e donato all'università di Lima, in Perù, i computer ancora funzionanti dei due piani colpiti. Poi abbiamo allargato l'attività dall'informatica alle apparecchiature biomedicali. Ora i nostri dipendenti rischiano di rimanere a casa". Anche se, precisa Bergamaschi, "non si esclude a priori la possibilità, in caso di necessità, di avvalersi dell'apporto di un ente" esterno. Il Biteb operava sulla base di un bando sperimentale "che non ha senso prorogare se non si supera una procedura non soddisfacente".

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